Talk ShowTop Stories

Alex Cherry: The only way to make Music is making Music

Qualche settimana fa a Vaie, sul palco delle Valvole, si esibiva Alex Cherry: Lui è un musicista di vecchia data, ha suonato la batteria per più di dieci anni con gli Afterglow  e dopo questa lunga parentesi musicale, che lo ha visto firmare molte canzoni come autore per la sua band, Alex si sente pronto ad affrontare un nuovo progetto musicale nel quale decide di cimentarsi nel ruolo di solista. Abbiamo fatto due chiacchiere con Alex ed ecco cos’è uscito fuori.

Suoni da molti anni, com’è stato il tuo esordio da solista? Hai sentito il bisogno di creare qualcosa di tuo? Dai tre brani che anticipano l’album mi è sembrato di percepire una certa “urgenza artistica”, si vede che scrivi per esternare qualcosa, cos’è per te fare musica?

“L’ urgenza artistica l’hai colta, nel senso che io ho suonato per 15 anni la batteria in una band ma ero anche autore di qualche pezzo, nel frattempo che suonavo con quella band continuavo a scrivere canzoni, fino a quando mi sono ritrovato con un pc pieno di brani. Negli anni questa cosa del voler fare qualcosa di mio è venuta fuori parecchie volte, non sono mai riuscito a farlo, a un certo punto c’è stato una sorta di pausa con l’altra band e allora ho deciso di farlo. Mi sono subito reso conto di cosa fosse per me fare musica, in questo momento è un’esperienza totale, nel senso che devo gestire tutto io. Comunque sì, diciamo che ho proprio sentito il bisogno di fare qualcosa di mio, anche per quanto riguarda la parte della produzione, insomma ci stavo stretto.”

Andrea Laszlo De Simone ha prodotto il tuo primo singolo “Paper”, come hai fatto la sua conoscenza, com’è stato lavorare con lui? Ho letto che la canzone è stata registrata a casa sua e mi è anche sembrato di sentire la sua voce nei cori, un grandissimo lavoro, molto intimo e con un’atmosfera surreale, si sente proprio il suo tocco, raccontaci un po’!

Io e Andrea ci conosciamo da quando eravamo alti così, giocavamo a pallone insieme e poi lui aveva la batteria in casa, ero sempre a casa sua! Mi è piaciuto tantissimo il lavoro che ha fatto con “Paper”, avrei voluto continuare l’esperienza con lui però non è stato tanto possibile dal punto di vista economico, nel senso che comunque il produttore si paga e se ti fai le cose da solo i costi si abbattono, mi sarebbe piaciuto fare tutto il disco con lui perché lavora in una maniera pazzesca. In realtà non gli avevo neanche chiesto di produrre la canzone, una sera ci siamo visti dopo tanto tempo e parlando è uscito fuori che stavo cercando uno studio per registrare “Paper” e lui mi fa, toccandomi il braccio, “aspetta un attimo, no, non spendere soldi, vieni a casa mia, fai il pezzo con me, io non ti chiedo niente, se ti piace la pubblichi” ed è andata così, lui mi ha proposto di fare questa cosa ed è stato bellissimo, è bravissimo, ha dato molto alla canzone.”

Cosa pensi della scena musicale attuale? Sono sempre di più gli artisti emergenti e non dev’essere facile farsi notare, come vivi il tuo ruolo di “Artista”? Riesci a dedicarci il tempo che vorresti per vivere della tua musica oppure rimane ancora un mestiere precario che ti costringe a fare un altro lavoro?

“Io ho un lavoro che non è il musicista per pagare l’affitto e tutto quello che c’è da pagare, però il lavoro che faccio mi permette di avere del tempo libero per fare le mie cose, invece per quanto riguarda la scena credo sia molto interessante: è nato una sorta di mecenatismo: Un tempo c’era il mecenate che pagava l’artista, gli pagava tutto, l’ospitava in casa, lo teneva a corte.. Adesso è tornato una sorta di mecenatismo ma in realtà non hai il riccone che ti paga però hai tutta una serie di persone che ti finanziano, ci sono i video su youtube, ci sono i concerti..io sento di dover lavorare un po’ di più su questo lato perché ero abituato a non avere queste responsabilità, suonavo in un posto e mi preoccupavo semplicemente di portare i piatti e il rullante per la batteria mentre adesso già solo mettermi a fare i video delle canzoni è un lavoro impegnativo (che non so fare)

Ma no non è vero! Secondo me sono ben riusciti e si percepisce anche una certa emozionalità! Ti faccio ancora qualche domanda logistica, quando uscirà l’album? Cosa ci aspetta e cosa vorresti trasmettere con questo lavoro, insomma qual è il tuo obiettivo?

Il mio obiettivo è sicuramente suonare il più possibile, perché io non faccio il musicista, sono un musicista. Ho provato a smettere ma non c’è verso, anche se non ci caccerò mai un quattrino nella vita, non smetterò mai di farlo; quindi niente, il disco per me è una necessità ed è quasi pronto in realtà, tra pochi giorni finirò la produzione dell’ultimo pezzo, piano piano lo sto facendo missare e masterizzare da professionisti, comunque siamo a buon punto quindi penso che entro marzo o aprile dovremmo esserci! Ovviamente se devo pensare ad un obiettivo quello potrebbe essere riuscire ad accendere qualcosa nell’ascoltatore perché vorrebbe dire fare delle canzoni di qualità e per me questo già sarebbe bellissimo, non è per niente banale, quella è la sfida, vedremo come andrà!

 

 

 

 

 

 

Veronica Vair

"Cercando qualcosa di indefinito".