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Il Redentore dannato – Nick Cave

Pare impossibile, ma al mondo esistono persone che non sono mai andate ad un concerto di musica rock. Cosa che per me risulta quasi impossibile anche solo da immaginare, quasi quanto un cane che non abbia mai abbaiato in vita sua.
Tra tutti i rimanenti, cioè quelli che invece hanno avuto l’occasione di farlo, all’altro estremo troviamo invece la categoria dei malati di musica: categoria della quale confesso di essere un socio onorario. Diventa spesso, per questa razza patologica, una necessità addirittura fisica quella di fruire, assaporare, permeare il proprio spirito e la propria carne di solida, pura, essenziale musica rock “viva”. Necessità corporale di sostentamento biologico. Ebbene, se anche voi fate parte di questa setta, e se anche voi – come il sottoscritto – fino a pochi anni fa non avete mai avuto il privilegio di assistere ad un concerto di Nick Cave, quasi sicuramente siete mancanti. Inconsapevolmente, inopinatamente, ma evidentemente e chiaramente comunque mancanti.
Perché questo rocker sessantenne Australiano, di origini medio borghesi, avvezzo al dolore e al patimento per diritto di nascita e dovere di storia personale, incarna un personaggio ai limiti del divino, per quanto dannatamente e miseramente umano sia il suo vissuto. Lo dico per chi di voi avrà in futuro il privilegio di santificarlo dal vivo: preparatevi ad essere evangelizzati dall’ uomo divinamente meno santo che abbia mai avuto il piacere di ascoltare.
Perché lui sa cavalcare le onde baritonali del vostro agire mortale, sa mondare i vostri peccati capitali con le note esasperate del suo rock disperatamente catartico. Sa penetrare le vostre anime da peccatori con il suo essere divinamente umano. L’ho visto camminare sulle teste come un cristo sopravvissuto farebbe sulle acque, un Redentore senza risposte, e senza giudizio. L’ho visto abbracciare i suoi seguaci come un messia consapevolmente sbagliato, come uomo tra gli uomini. E in questa sua umanità disperata e consapevole, ho assaporato la deità del suo canto tremendo. E sono risorto a vecchia vita, io figliol prodigo nella casa del padre rock.

“I hear stories from the chamber
How Christ was born into a manger
And like some ragged stranger
Died upon the cross
And might I say it seems so fitting in its way
He was a carpenter by trade
Or at least that’s what I’m told…”.

 

Stefano Carsen

"Sentimentalmente legato al rock, nasco musicalmente e morirò solo dopo parecchi "encore". Dal prog rock all'alternative via grunge, ogni sfumatura è la mia".