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Insegne luminose – Giovanni Lindo Ferretti

I punti di riferimento sono un bisogno, spesso una vera e propria necessità vitale per ogni essere umano, in qualsiasi epoca storica vogliate collocarlo e studiarlo. Lo erano ai tempi degli antichi greci, da quando qualcuno dei seguaci di Pitagora iniziò a giustificare ogni cosa da lui affermata con “Ipse dixit!”, dando al famoso matematico e filosofo, e alle sue parole e pensieri, il ruolo di icona a cui rifarsi. Lo è pertanto anche ai giorni nostri, e per i nostri moderni idoli contemporanei. Gli “idoli” di allora, e quelli di adesso, non sono poi tanto diversi: bagliori fantasmatici, fuochi nella notte di San Lorenzo con cui confrontarsi, autentiche bibbie moralmente ed esistenzialmente indispensabili: almeno, così appaiono. Soprattutto quando sei un giovane teenager un bel po’ sfigatello, tipico fisico e atteggiamenti da nerd immerso in un tuo mondo fatto di interessi particolari a cui nessuno, intorno a te, sembra dare molto peso e importanza.Giovanni LIndo ferretti
Quando le persone cosiddette “normali” con cui ti tocca confrontarti, sembrano vivere in un mondo fatto di priorità e vacui bisogni evanescenti e mondani, a cui senti assolutamente di non appartenere, ti tocca costruire un mondo attorno fatto di microentità superomistiche, e collocarle in un olimpo tutto tuo di dei protettori, costruendo loro tabernacoli alla cui presenza assimili ogni loro più piccola esternazione a dogma di fede carnale. E se tali divinità per caso si fanno la cresta punk, si vestono con giacche mimetiche abbinate a jeans strappati, e si fanno rasare sul fianco della loro antisociale testa la scritta “C.C.C.P.”, e iniziano a parlare di “lingua e disillusione” e controschieramento, anticonformismo, affinità e differenza, allora tocca pensare che quelli lì sono dei illuminati, che mai potrai perdere, mai disconoscere, mai bestemmiare. Finisci anche ad autoconvincerti della loro ‘immortalità’, e che loro saranno sempre per te, e tu sarai sempre un po’ “loro”. Quando sei un giovane nerd mal inserito nel contesto sociale in cui sei cresciuto, chi fa sembrare quel disagio automaticamente e naturalmente un superpotere diventa automaticamente tuo ‘padre’ ,il tuo simbolo, il tuo cazzutissimo Pitagora urlante, re dell’Ipse dixit in rock. E forse l’errore sta proprio qui: perché le persone, a parte pochissime eccezioni del tutto marginali che al limite confermano la regola, non sono dei, non sono simboli, non sono perfette idee vivificate: a pensarla così diventano invece ossessioni, proiezioni mentali, parimenti ad ogni Dio non umano che si rispetti. Spesso invece sono falsi idoli sperduti in un mondo di insegne luminose: e da quel pensiero, al farti diventare ‘allocco’, il passo è davvero breve. Ed è così che gli dei cadono, ed è così che i Giovanni Lindo Ferretti, che chiedono disperatamente di non farli diventare un “megafono”, è così dicevamo che essi si mostrano per ciò che sono: carne mortale, spirito deteriorato, spermi indifferenti per un coito modesto.

“Io sto bene io sto male io non so dove stare
Io sto bene io sto male io non so cosa fare
Non studio non lavoro non guardo la tivù
Non vado al cinema non faccio sport
Non studio non lavoro non guardo la tivù
Non vado al cinema non faccio sport
E’ una questione di qualità…”

Stefano Carsen

"Sentimentalmente legato al rock, nasco musicalmente e morirò solo dopo parecchi "encore". Dal prog rock all'alternative via grunge, ogni sfumatura è la mia".