JazzLive Reports

La Terza Grande Notte del Jazz a Torino

Una serata di grande jazz al Bunker: obiettivo, la nascita di una Casa Torinese del Jazz

La Grande Notte del Jazz è un evento ideato alcuni anni fa da Giorgio Diaferia -medico, batterista e presidente dell’Associazione Culturale Ecograffi- con l’obiettivo di offrire -attraverso la musica- supporto e visibilità a temi rilevanti di carattere sociale o culturale. Le prime due edizioni, del 2018 e 2020, avevano l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno del Comitato sfollati del ponte Morandi di Genova. Nel 2024 la Grande Notte è ritornata per supportare la nascita di una Casa Torinese del Jazz: un luogo dove non solo sia possibile tenere concerti, ma che offra a tutti i musicisti e operatori del settore la possibilità di incontrarsi e condividere idee, dare vita a nuovi progetti, fare rete in modo concreto. L’obiettivo è disporre di un volano che amplifichi la popolarità del jazz, attirando nella sua orbita un numero sempre crescente di artisti e di appassionati.

Una grande notte ha grandi numeri: al Bunker di Torino si sono esibiti quasi 30 musicisti, davanti a oltre 500 spettatori – un successo al di là delle attese.

Sul palco poche parole e molta musica. Dopo una breve presentazione dell’idea da parte di Giorgio Diaferia, apre la serata il trio Claudio Chiara – Alessandro Maiorino – Riccardo Ruggieri, ed è subito jazz di gran classe suonato da maestri di levatura indiscussa, in una formazione che vede Ruggieri, pianista sopraffino, sedersi alla batteria. Due brani soltanto, come concordato con tutti i gruppi: il tempo è tiranno, il ritmo deve essere serrato.

Dopo un cambio di palco pressoché istantaneo, tocca al quartetto di Nino La Piana, con Giorgio Diaferia alle pelli e Danilo Pala al sax alto; il cuore pulsante del basso è affidato a Roberto Chiriaco. I quattro omaggiano Luigi Tenco, presentando due estratti dal loro progetto in ricordo del grande cantautore, scomparso prematuramente.

E’ poi la volta dell’Uneven 5Tet di Claudio Bonadè: con il leader al sax, sul palco Luca Begonia al trombone, Gualtiero Marangoni al basso elettrico, Fabrizio Fiore alla batteria e un pirotecnico Emanuele Francesconi alle tastiere. I due brani sono tratti dal repertorio di “Blowin’ Against The Wind”, album pubblicato da qualche mese. Il ritmo sale e il blues fa capolino in un’interpretazione piuttosto free, a chiudere la prima parte della serata.

Dopo un breve intervento a sostegno del progetto da parte di Diego Borotti, già direttore artistico di diverse edizioni del Torino Jazz Festival, sale sul palco Aldo Mella, che si esibisce in un ispirato solo di contrabbasso.

A seguire, il sassofonista Alfredo Ponissi con il suo Re-Generation Quartet, per l’occasione arricchito dalle tastiere di Chiara Nicora. Con i fidi Gianmaria Ferrario al contrabbasso, Francesco Brancato alla batteria e Gianluca Palazzo alla chitarra elettrica, Ponissi propone al pubblico un’elegante ballad, forma musicale nella quale è maestro. Ma il secondo brano strizza l’occhio al free, con un intenso Mattia Basilico ospite al sax.

Tornano sul palco Giorgio Diaferia e un Danilo Pala più parkeriano che mai, accompagnati al contrabbasso dal sempre ispirato Davide Liberti: è Doctor Jazz, formazione attorno alla quale, negli anni, hanno ruotato diversi musicisti e che qui si è proposta nel suo nucleo essenziale. Jazz intenso, da ascoltare ad occhi chiusi.

Penultimo intervento della serata, il trio formato dal virtuoso chitarrista Luigi Tessarollo, accompagnato da Paul Zogno al basso elettrice e dal giovanissimo Francesco Parodi alla batteria. Zogno e Parodi intessono basi ritmiche tese e trascinanti, sulle quali svetta la chitarra del leader, suonata con la raffinata tecnica a cui ci ha abituati.

Chiude la serata il quartetto di Max Gallo, con Massimo Artiglia alle tastiere, ancora Roberto Chiriaco al basso elettrico -elegante, come sempre- e Carmelo Contino, solido e preciso alla batteria. La chitarra di Max Gallo veleggia tra jazz e blues e conduce al termine il lungo concerto, davanti a un pubblico che, nonostante l’ora ormai tarda, ascolta attento e palesa l’entusiasmo con frequenti applausi.

Appena il tempo per un rapido saluto e Nino La Piana apre la jam session, a chiudere una serata per molti versi memorabile, che speriamo raggiunga l’ambizioso obiettivo.

LA GRANDE NOTTE DEL JAZZ A TORINO
23 Febbraio 2024
Torino, Bunker

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Author: Stefano Barni
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Stefano Barni

Curo le foglie. Saranno forti, se riesco a ignorare che gli alberi son morti.