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Suonala ancora, suonala sempre – Rosario Pellecchia

Certo che l’entusiasmo è qualcosa di innato e caratteriale, una specie di istinto a godere in modo scanzonato e liberatorio di cose che agli altri generano reazioni più tiepide quando non addirittura opposte, ma è anche qualcosa che, lasciato spento a sedimentare durante anni di vita passiva e trasandata, può essere alimentato come calore per un fenomeno fisico che ha a che vedere con la vicinanza, una forma di contagio fertile e creativo, una sorta di osmosi di passione allo stato liquido che riempie vasi comunicanti lasciandoli poi allegramente traboccare.
Ed è per sua natura prova di qualcosa che ribolle nella testa e nel cuore, capace di spargere tutto intorno un aroma inconfondibile, parente prossimo della felicità.

“Ora che ho incontrato te” è una commedia ma anche una guida impeccabile per un road trip nel mezzo degli Stati Uniti, e soprattutto un saggio curioso e documentato sulla musica e la tradizione blues.
Comincia con un uomo che sta per suicidarsi. Senza entusiasmo, naturalmente.
Continua con una canzone di Buddy Guy, suonata per strada, da una ragazza afroamericana. Con un po’ di entusiasmo.
Prosegue con lui Lorenzo, italiano, strafatto, pieno di debiti, mezzo fallito e con un padre odioso e lei Zoe talentuosa, morigerata, indipendente e con un adorabile nonno musicista: l’entusiasmo, tra ricordi e paure e cautele fa capolino, finché irrompe tra loro due, soli su un van ad attraversare il sud dell’America seguendo un improbabile piano per rubare la chitarra di Robert Johnson, l’uomo che è venuto a patti col diavolo e ha inaugurato il famigerato “Club 27”.
Fin qui sembrerebbe un romanzo surreale, come lo sono spesso le commedie romantiche.
Ma.
È quel viaggio che cambia tutto, perché contiene dosi di entusiasmo massicce, stimolante, ispiratorio, intelligente: è raccontando ogni tappa con il ritmo languido del blues che Rosario Pellecchia riesce ad allontanare dalla sua narrazione ogni rischio di deriva sdolcinata, lasciando le romanticherie facili in secondo piano, sullo sfondo, e raccogliendo la sfida vera, quella che racconta l’entusiasmo, appunto.


Zoe ne è piena: per la musica, le canzoni, gli strumenti, per le storie di chi quella musica l’ha vissuta come una medicina, poi come un veleno, come salvezza e dannazione. E Lorenzo ascolta, assorbe, trangugia aneddoti: lascia fare alle storie, alla voce di Zoe, allo spazio che le loro confidenze allargano e in cui le sue fragilità trovano finalmente riparo.

Pellecchia racconta di Billie Holiday, Nina Simone, Johnny Cash, fa risuonare la musica dentro quel van e lascia che i suoi personaggi facciano da soli quello che accade quando tra due persone che si incontrano, si conoscono, si piacciono, qualcuno accende lo stereo mentre l’altro racconta una storia.
Qualcosa di bello. Sempre.
Entusiasmante.

Valeria Di Tano

"Vivo circondata da storie e parole per lavoro e soprattutto per passione. Le uso come mattoni per costruire, come labbra da baciare e come aria da respirare. Leggo, scrivo e sorrido. Tutto in equilibrio sui tacchi a spillo."