Reviews

Questo lo sto suonando domani.

Julio Cortàzar mi ha stregato dal momento stesso in cui ho visto la sua fotografia. Bellissimo e duro.
E la sua scrittura è così, come quello sguardo, limpido e seducente, ipnotico e sfuggente. Ho comprato qualunque cosa abbia scritto e lo leggo piano, come se dovessi sorseggiare un vino corposo, denso e profumato.
Ho consumato in una notte calda e violentata da mille pensieri il suo racconto “L’inseguitore” e sono affondata con il suo protagonista in un delirio di allucinazioni, jazz e perdizione.
È stato attraente come solo le cose sottilmente pericolose sanno essere, quelle che obbligano a percorrere i bordi di un precipizio camminando in equilibrio sulle punte. Da ubriachi.
C’è più poesia che jazz nelle sue pagine, seppure Johnny Carter è Charlie Parker allo specchio: nudo, selvatico, rabbioso e solo; e infatti c’è più solitudine che gloria nella storia di un sassofonista capace di dire “Questo lo sto suonando domani”: c’è tutto il paradosso, il genio e l’assurdo di un artista contro il tempo, contro ogni definizione, contro ogni regola. E probabilmente contro se stesso.
E c’è più nero che bianco nei disegni meravigliosi di Munoz che impreziosiscono l’edizione Sur: più buio che luce, come in tutte le vite arrivate alla fine.
È una storia distruttiva quella di Johnny Parker che lascia addosso l’odore del pane, del legno che brucia, di una rosa marcita.
Ma quello che resta, sopra ogni altra cosa, della mia notte con questo romanzo perfetto, è il ragionamento di un uomo febbricitante eppure fatalmente lucido su quanti pensieri si possono spingere e comprimere dentro i pochi secondi da una fermata della metro all’altra: più o meno come quelli che si nascondono nelle pause di una conversazione, roba che poi, a raccontarli tutti, ci si mette quindici minuti o una vita intera.
Ed è così che del tempo, della morte, del dolore ce ne fottiamo davvero: comprimendo e dilatando pensieri, come battiti del cuore.

Valeria Di Tano

"Vivo circondata da storie e parole per lavoro e soprattutto per passione. Le uso come mattoni per costruire, come labbra da baciare e come aria da respirare. Leggo, scrivo e sorrido. Tutto in equilibrio sui tacchi a spillo."