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The Revolution is Coming – Hamilton

Il Musical in due atti “Hamilton” ci racconta la guerra di Indipendenza Americana e la biografia di Alexander Hamilton, uno dei più rappresentativi Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America.

Da una storia originale di Ron Chernow, l’adattamento teatrale di Lin-Manuel Miranda (che ha anche scritto le musiche) inizia dal 1775, l’anno che segnò l’inizio del conflitto dei coloni Americani contro la Gran Bretagna di Giorgio Terzo. La versione che ho visto al Her Majesty Theatre di Melbourne è ovviamente quella Australiana, per la regia di Thomas Kail e le coreografie di Andy Blankenbuehler.

Ogni singolo personaggio che partecipò agli storici eventi è rappresentato nell’opera: George Washington, Thomas Jefferson, il Marchese De Lafayette, Aaron Burr, Eliza Schuyler (la moglie di Hamilton) e molti altri. Come nella versione originale americana, lanciata sette anni fa a New York, gli attori sono stati intenzionalmente scelti con un mix di numerose etnie, per dare agli spettatori un contrasto con quella che era la rigida segregazione razziale dell’epoca in cui è ambientato il Musical.

La storia si dipana con una notevole fedeltà agli eventi storici: dalla Dichiarazione di Indipendenza del 1776, alla decisiva battaglia di Yorktown del 1881, e ci narra come Hamilton riuscì ad evitare una guerra contro la Francia e a far fiorire una economia ridotta in condizioni disastrose dalla prolungata guerra, per finire con la tragica morte. Anche il monarca Britannico Giorgio Terzo è rappresentato, seppur nella sua follia, in modo divertente e a tratti addirittura comico.

Le musiche e le canzoni accompagnano la trama, e in alcuni passaggi ripetono letteralmente frasi e discorsi passati alla storia, in particolare quelli di George Washington; il Musical comprende 46 brani, di svariati generi: dal Rap all’Hip-Hop, dal Rythm and Blues al Jazz; il genere musicale associato ad ogni scena ne sottolinea il contenuto in modo davvero notevole, con picchi di pathos che vengono raggiunti per la resa degli Inglesi a Yorktown e il confronto tra Hamilton e Jefferson durante la prima seduta del Congresso.

La scenografia è davvero imponente, con un ampio palcoscenico a due livelli e diverse parti mobili, e una grande rotatoria centrale che permette agli attori di muoversi da un lato all’altro pur restando in posa statica. I costumi e le acconciature sono, intenzionalmente, solo parzialmente fedeli all’epoca, in quanto mescolano elementi tipici del diciottesimo secolo ad accessori e rifiniture dei nostri tempi.

Hamilton è stato accolto da critiche molto positive, sia per le musiche sia per l’idea di “sfidare” la storia americana utilizzando attori di etnie non aderenti alla realtà storica. Hamilton ha anche ricevuto numerosi riconoscimenti, tra gli altri Grammy e Tony Awards, e il premio Pulitzer per la drammaturgia.

Nel complesso un’opera notevole, che ha decisamente raggiunto livelli di successo molto elevati negli Stati Uniti, e si sta affermando anche nel resto del Mondo. Se ne avete l’opportunità vi consiglio di vederlo dal vivo, altrimenti è disponibile su selezionati canali di Pay Streaming.

Marco Quaranta

Marco Quaranta è nato a Torino, più di 20 e meno di 80 anni fa. 25 anni fa ha deciso che voleva vedere il mondo, e da allora ha vissuto dieci anni in Asia e quindici in Australia. Al momento vive a Melbourne. Marco é pazzo per la fantascienza, in tutte le sue forme. Gli piacciono anche il cinema, la musica e i giochi di ruolo.