Dopo vent’anni “brucia ancora”

L’apertura dei Live a Hiroshima Sound Garden riporta in città una vera leggenda dello ska-punk italiano, i genovesi Meganoidi, autori di alcune perle musicali nella scena indie-rock dell’ultimo ventennio.
Nel tendone allestito dallo staff di Hiroshima per poter seguire i concerti anche in caso di pioggia e rigorosamente seduti e distanziati, abbiamo fatto davvero fatica a stare fermi sulle note della band, in grande spolvero e con una voglia incredibile di tornare a suonare.
C’è sempre un po’ di tutto nella loro musica, lo ska, il punk, il rock, i riff, l’istrionismo e le mosse di Davide (Di Muzio), il poderoso basso di Riccardo “Jacco” (Armeni), la tagliente chitarra di Andrea (Torretta) e le potenti percussioni di Saverio (Malaspina), orchestrate dal quel talento chitarra e tromba che è Luca Guercio.
Fa un gran caldo, l’estate è ripartita, la Musica è ripartita. La pandemia stasera sembra un lontano ricordo e questi cinque ragazzi hanno ancora voglia di correre a perdifiato. C’è pure una evidente emozione data dal ritorno sul palco, c’è chi canta, chi non può farne a meno e si alza a ballare e chi invece si perde nei ricordi.
A vent’anni dagli album di esordio “Into the Darkness, Into the Moda” e ”Outside the Loop, Stupendo Sensation”, ci sono ancora quei suoni, il punk-rock e lo ska, di “Meganoidi“ e “Inside the Loop”, dell’immancabile “Supereroi contro la municipale”, di “King of Ska” e dei loro classici immortali. Ma davvero belli i suoni dei nuovi lavori, più attuali e moderni, dagli ultimi due album, “Delirio experience” e “Mescla”. Come suonano bene, “Ora è calmo il mare”, che apre il concerto, “Tutto è fuori controllo”, “Gocce” e “Condizione ”, pezzi che mostrano l’imprescindibile legame con le loro origini, ma anche la capacità di aggiornare suoni e testi.
Ma non esiste un concerto dei Meganoidi senza “Zeta Reticoli”, pezzo di enorme successo del 2004, diventato una specie di inno tra i giovani della scena alternative di quegli anni. Brano che divenne un vero punto di riferimento, per il movimento No Global negli anni 2000, cantato in qualsiasi bloc-party alternativo o proposto in molti cortei anti-globalizzazione, divenne il pezzo di chi è contro, contro le discriminazioni, contro le destre fascio-sovraniste e di chi viaggia sempre “in direzione ostinata e contraria”.
Era pur sempre il 2021 (ieri sera), ancora impegnati a tenere a bada il Covid e quello che comporta, ma per un paio d’ore abbiamo dimenticato tutto e siamo tornati indietro a quando gridavamo a squarciagola:
“Brucia ancora, che prima o poi ritornerà
Conservo di nascosto sempre lo stesso smalto
Non temere zeta reticoli on my mind
Aspetterò il momento per un migliore slancio”.