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Sandinista! 40 anni e non sentirli

La prima volta che ascoltai “Sandinista!” credo fu nel 1981, mi capitò fra le mani una doppia cassetta, di quelle “artigianali” che tanto piacevano a noi ragazzetti. Il bordo doveva essere in qualche modo personalizzato, non bastava scrivere il nome della band e il titolo, no. Nella fattispecie si leggeva “Sandinista!” in fucsia, stop. Ah, la cassetta era del mio amico Saverio.
Conoscevo già la band e avevo ascoltato, fino a consumarli, i primi due album: la versione americana (ehm canadese) di “The Clash” e “Give ’em Enough Rope”. Quei due dischi mi erano arrivati per vie traverse, da un altro mio amico (Guido) che “non li capiva”, ma sempre grazie a lui perché me li fece scoprire, privandosene.
Ero già marcio per i Clash, impazzivo per questo modo di cantare rauco, con l’anima scoperta, per i cori incazzati, per i testi potenti, per i suoni aggressivi…insomma, questa era già la MIA band.
Il Natale di quell’anno gli amici mi regalarono “London Calling” e continuai a impazzire, perché i suoni erano migliorati, con la voce di Joe forse mai così “bella”. Sono sincero, non analizzai il fatto che diversi generi musicali fossero presenti in quel doppio, solo mi pareva a pelle, proprio istintivamente, meraviglioso. E lo è ancora.
“Sandinista!”, ok. Ascoltai i nastri più volte e ne rimasi estasiato, perché lì dentro c’era un mondo, il Mondo.The Clash - Sandinista - inner
Il titolo (fighissimo), diede ai Sandinisti del Nicaragua una vetrina pazzesca e consapevolezza a tutti noi che esisteva un angolo di mondo dove si cercava una via più giusta. Come? Sì sì, lo so, i Clash erano incolti a livello politico, non appartenevano a nessun schieramento preciso (Thanx God), reclamavano rivolte bianche e una Londra in fiamme, senza magari sapere poi come davvero guidare i kids…e ‘sti grandi cazzi, dicono a Roma.
Ma…sicuramente Joe e Mick erano due che si guardavano intorno, buoni lettori, appassionati di cinema oltre che, ovviamente, di radici musicali. Infatti, se non è un’operazione “politica” un album come “London Calling”, che va ad esplorare i generi originali (e quindi la cultura inglese, americana, giamaicana) … E magari parliamo anche del fatto che il doppio venne venduto al prezzo di un singolo, cosa voluta fortemente dalla band, che rinunciò a importanti guadagni per sostenere questa presa di posizione. I fan avrebbero pagato meno i loro dischi. Fatti, non seghe.
A proposito, “Sandinista!” uscì triplo, stesse liti Clash vs. Cbs, stesso esito. Vinsero i Clash, che ottennero di vendere il triplo questa volta al prezzo di un singolo. E persero, al contempo, molti soldini. Ah certamente, proprio dei bei venduti…
Comunque, l’album parte con il giro di basso di Magnificent 7, che è una delle cose più caratterizzanti. Lì si trova il ritmo funky-rap newyorkese assaggiato dai quattro durante la loro tournée nella Grande Mela.
Il Mondo (dicevo) che si trova all’interno di queste sei facciate non è tanto “raccontabile”, occorre buttarcisi dentro, avere voglia di farlo, leggere i testi e provare a capire che ‘sta roba qua uscì nel 1980. Pensare anche che, negli anni a venire, una marea di gruppi seguirono i Clash come ispirazione: alcuni lo riconobbero, altri fecero i fighi pensando (senza crederci veramente) di aver tracciato loro la strada.
Molti dicono che se fosse stato un doppio, senza tutti quegli esperimenti, avrebbe venduto di più, sarebbe andato meglio…Naaaa, è perfetto così.
Devo darvi una list di preferenza personale? Ma sì dai, questa non è una recensione, questo è solo un voler dire grazie ai ragazzi, quindi:
Magnificent 7, Something About England, Rebel Waltz, Somebody Got Murdered, One More Time, Corner Soul, If Music Could Talk (IN CUFFIA!), Police On My Back (come fare di una cover un pezzo proprio), The Call Up, The Equaliser, Washington Bullets, Broadway (una delle mie preferite in assoluto, parlo dell’intero repertorio Clash) e Charlie Don’t Surf.
E mi raccomando, ovviamente parlo a chi non li conosce ancora (non mi pare possibile nel 2020, ma c’è sempre tempo), i TESTI.
Agli altri dico, godiamoceli, oggi come allora.

VIVA I CLASH e Buon Natale a tutti voi, AMEN.

Sandro Clash

Salpo oggi, per la prima volta, su questa splendida nave, sapendo già che tipo di gente andrò ad incontrare e questo mi aiuta non poco. Al pari dei miei contributi su Gang Communia (che riprenderò prestissimo a fornire) tengo a precisare di non essere altro che un semplice appassionato di Musica/Cinema/Libri. Non aspettatevi perciò da me la raffinatezza degli altri amici partecipanti, i quali uniscono passione a competenza, scrivendo in modo sublime. Ecco io mi aggiusto, come si suol dire, sperando di trasferire a voi un po’ delle mie sensazioni, senza grosse pretese ma certamente con grande sincerità e trasporto. Siate quindi clementi con me, si parte.