Green Planet Radio Rock

Soundgarden: Hands all over (1989)

Lo stato di Washington all’estremo Nord ovest degli States è un luogo di natura selvaggia, qualcosa di molto simile a come il Canada viene di solito dipinto. Montagne, valli, fiumi, cascate, foreste, coste aspre affacciate sul Pacifico. Allontanandosi da Seattle, la loro città d’origine, Chris Cornell e Kim Thayill voce e chitarra dei Soundgarden ci mettevano assai poco a sentirsi un tutt’uno con madre terra, ed è a lei che viene dedicato il peana di “Hands all over”, un inno a sua difesa costruito su un mantra chitarristico spaventosamente monolitico, piattaforma ideale per lanciare la inimitabile voce di Cornell nella stratosfera.
I Soundgarden in quel momento del 1989 sono i primi della nidiata di band del Nordovest etichettate sotto il tag Modern Hard Rock usato prima che il termine Grunge prendesse il sopravvento, ad aver firmato per una Major, segnatamente la A & M, e “Hands all Over” è il secondo brano dell’album d’esordio per la nuova etichetta “Louder than Love”.
La band crescerà ulteriormente con il successivo “Badmotofinger” più compiuto e mirato, ma “Louder than Love” resta un disco di potenza estrema in cui i Soundgarden affinano le intenzioni piuù acerbe espresse nel precedente “Ultramega OK” e in pezzi come “Ugly Truth”, “Big Dumb Sex” e la title track danno una prima prova chiara di dove riusciranno ad arrivare.
E’ Hands all over però l’ indiscutibile punta di diamante dell’album, il brano in cui viene espressa con veemenza la condanna verso l’impeto distruttore di un uomo che non esita ad uccidere la propria madre, bruciando foreste e stendendo lenzuola di petrolio sulla superficie del mare. “Giù le mani” è il monito urlato a pieni polmoni dal lungocrinito Chris, quasi fosse un muezzin, su un onda sonica reiterata innestata su un riff killer. Siamo dalle parti di una difesa “armata”, Cornell non prega l’interlocutore si pone come un guerriero pronto a combattere per tutelare Madre Terra “ucciderai tua madre, metti giù le mani perchè io l’amo”.

Del resto quanto il tuo nome e’ Giardino del Suono e’ immediatamente chiaro da che parte stai.

Hands all over
The eastern border
You know what
I think we’re falling
From composure

Hands all over
Western culture
Ruffling feathers
And turning eagles
Into vultures
Yeah, into vultures

Got my arms around
Baby brother
Put your hands away
You’re gonna kill your mother
Gonna kill your mother
Kill your mother
And I love her, yeah
I love her

Hands all over
The coastal waters
The crew men thank her
Then lay down their
Oily blanket

Hands all over
The inland forest
In a striking motion
Trees fall down like
Dying soldiers
Yeah, dying soldiers

Got my arms around
Baby brother
Put your hands away
You’re gonna kill your mother
Gonna kill your mother
Kill your mother
And I love her, yeah
I love her
I love her

Hands all over
The peasant’s daughter
She’s our bride, she’ll
Never make it
Out alive

Hands all over
Words I utter
Change them into
What you want to
Like balls of clay
Put your hands away

MANI DAPPERTUTTO

Le mani su tutto il confine orientale
Sai cosa? Credo che stiamo cadendo
stiamo perdendo il controllo
Mani su tutta la cultura occidentale
che scompiglia piume e trasforma le aquile in

Ho abbracciato il mio fratellino
Metti giu’ le mani
Stai per uccidere tua madre, uccidere tua madre
E io l’amo

Mani sulle acque costiere
Gli uomini dell’equipaggio la ringraziano
Poi stendono la loro coltre oleosa
Le mani sulle foreste dell’entroterra
In un moto sconvolgente gli alberi cadono
Come soldati morenti

Mani sulla figlia del contadino
E ‘la nostra sposa
Non ce la fara’ ad uscirne viva
Mani dappertutto

Sussurro parole da trasformare in qualsiasi altra cosa
Come palle di argilla

Metti giu’ le mani
Stai per uccidere tua madre
E io l’amo

Ettore Craca

"Nel suono, nella pagina, nel viaggio, nell'amore io sono. In ogni altro luogo e tempo non sono".