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Back to the past.

“Se mi fosse possibile fare un regalo alla prossima generazione, darei ad ogni individuo la capacità di ridere di se stessi.”
(Charles M. Schulz)

“Cosa diavolo ha la mia generazione? Perché siamo così lenti a crescere? Sembra che la nostra infanzia tenda a prolungarsi fino a venticinque anni. A quaranta siamo ancora degli adolescenti.”
(Jonathan Coe)

“And I’m lost, behind
The words I’ll never find
And I’m left behind
As seasons roll on by”
(Chris Cornell, “Seasons”)

In tutto il mondo ieri è stata rilanciata una notizia che mi ha particolarmente incuriosito, per ciò che avrebbe potuto significare per me.
Intendiamoci, non era di certo la notizia più importante della giornata, né comunque la più commovente o portatrice di indignato sdegno. Ma le sue conseguenze procureranno al sottoscritto un probabile viaggio attraverso una distorsione spazio-temporale del tutto inaspettata: di quelle che possono anche incrinare il ‘continuum’, e su cui il Doc Emmett Brown avrebbe probabilmente esclamato “Grande Giove!”.
La notizia segnalava che, trentacinque anni dopo la sua prima uscita, verrà nuovamente proiettato nei cinema la versione rimasterizzata del bellissimo film di Spielberg, “The Goonies“. So che a questo punto la metà di voi avrà perso interesse, aspettandosi – viste le premesse – una catastrofe ben peggiore di questa (che, ovviamente, catastrofe non è).
Ma per il sottoscritto significherà, molto probabilmente, ritrovarsi seduto in una sala cinematografica a guardare uno dei film che più mi ha fatto sognare durante la mia giovane infanzia di decenne, trentacinque anni dopo, e seduto al fianco dei miei ipertecnologici eredi dall’età paragonabile al me stesso di allora.
Sarà un po’ come essere un barbuto e invecchiato Marty McFly che, nascosto nel suo camuffamento semi-irriconoscibile, spia il suo giovanissimo alter ego e le sue rinnovate emozioni; con la coscienza che gli errori fatti poi nei trentacinque anni successivi possano essere evitati, o emendati, nella nuova futura vita dei piccoli me-stesso. Un salto nel tempo possibile, senza De Lorean né time-machine. Alla Donnie Darko, tanto per intenderci.
Ma, speriamo, con una fine molto meno tragica.

 

 

Stefano Carsen

"Sentimentalmente legato al rock, nasco musicalmente e morirò solo dopo parecchi "encore". Dal prog rock all'alternative via grunge, ogni sfumatura è la mia".