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Te (nera) è la notte.

Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?”
(William Shakespeare)

Forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire.
(Franz Kafka)

Do you like to see a mountain stream a-flowin’
Do you like to see a young gun with his dog
Did you ever stop to think about, well, the air your breathin’
Well you better listen to my song
(Lynyrd Skynyrd, “All I Can Do Is Write About It”)

Inutile negarlo: la notte scatena istinti.
Quelli più profondi, quelli che durante il giorno nemmeno crediamo possibile ammettere (figuriamoci seguirli!), quelli determinati profondamente e innegabilmente da bisogni che rimangono latenti ogni momento, giorno dopo giorno, incombenti come lo è la vita in certi momenti della nostra storia. Non è difficile capire che quei bisogni lì, per chi li sente così forte – ineluttabili e innegabili – sono in effetti importanti come l’aria che si respira, spesso più del cibo che ci sfama.
Ognuna di queste persone ha il suo particolare, e lo segue ogni volta che può, all’improvviso, senza più bisogno di sopirlo: forse perché gli è capitato di doverlo già fare per troppo tempo, per necessità o perché obbligato da certe situazioni di vita.
Ma arriva sempre un momento in cui l’urgenza dell’esistenza – che, come tutti sanno, non è infinita, ma essenzialmente determinata e mortalmente terrena – ti mette di fronte ad una scelta: che normalmente è un bivio a senso unico, biforcato sul tragitto del proseguire per sempre su quella strada (quella della rimozione, della negazione), o su quello dell’abbandono vittoriosamente prostrato alle velleità delle proprie inclinazioni. Legittime entrambe le scelte, su cui nessuno dovrebbe permettersi di giudicare o interferire. Ma davanti a certe decisioni, conviene fare la scelta più ponderata e soppesata possibile: perché solo in occasioni rare e fortunatissime capita di aver la possibilità di poterle poi riaffrontare una seconda volta.
Ad ogni modo, se per voi quel momento non dovesse essere ancora arrivato, non state a pensarci troppo: se siete davvero fortunati, arriverete al bivio solo nel mezzo del cammin di vostra vita.
E, a quel punto, immersi negli istinti resi liberi dal volto oscuro della notte, uscir a riveder le stelle sarà ovviamente attività molto più semplice.

 

Stefano Carsen

"Sentimentalmente legato al rock, nasco musicalmente e morirò solo dopo parecchi "encore". Dal prog rock all'alternative via grunge, ogni sfumatura è la mia".