Statistica-mente
“Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media.”
(Charles Bukowski)
“Oggi i giornali hanno pubblicato una nuova statistica. A quanto pare tre persone su quattro sono il 75% della popolazione.”
(David Letterman)
“Six o’clock, T.V. hour, don’t get caught in foreign tower
Slash and burn, return, listen to yourself churn
Lock him in uniform, book burning, bloodletting
Every motive escalate, automotive incinerate
Light a candle, light a motive, step down, step down
Watch your heel crush, crush, uh oh
This means no fear, cavalier, renegade and steering clear
A tournament, a tournament, a tournament of lies
Offer me solutions, offer me alternatives and I decline
It’s the end of the world as we know it “
(REM, “It’s the end of the world as we know it”)
Vi viene mai una irrefrenabile voglia di guardare un film di quelli ultraromantici, magari a tarda sera? Molto probabilmente la maggior parte delle signore che stanno leggendo questo piccolo post risponderanno liberamente “Ma si, certamente!” senza inibizioni alcune, una larga parte della rimanenza avrà pensato fra sé e sé “No, e comunque di solito non è né la mia prima né la mia seconda scelta” con ancora meno inibizioni, mentre probabilmente una ancora meno inibita terza e rimanente parte starà rispondendo “Ma figurati, con tutte le cose che faccio durante la giornata, dalle ore 6 (che mi alzo dal letto) alle 21.45 che metto a letto bambino\i e\o accudisco il cane \ gatto \ pescerosso \ compagno \ compagna \ qualsiasialtracosasemovente , alla sera poi crollo sempre sul presto!”.
In maniera ancora più decisamente probabile, la parte maschile di quelli (pochi) che saranno arrivati a leggere fino a questa parte, starà rispondendo a sé stesso “Mah, figurati se mi viene voglia – alle dieci e trenta di sera – di guardarmi una pellicola romantica, quando è chiaro che a quell’ora ho film nettamente più interessanti da vedere. Tsè!” forse anche convintamente utilizzando tutta quella carica inibitoria residua, rimasta alla fine dell’articolato giro di risposte date in precedenza dalla platea variegata della controparte femminile (ammettiamolo: noi maschi, statisticamente, siamo molto più banali).
A prescindere dalla fantasiosa e personalissima rappresentazione immaginaria degli abituali lettori di questa piccolissima rubrica a sfondo musicale, possiamo ben dire che tutte le risposte in essa contenuta hanno la facoltà di essere a buon diritto annoverate come “statistica”; ovvero, quella sorta di abituale rappresentazione appiattita del mondo che siamo ormai abituati a sorbirci quotidianamente, dalla sera alla mattina, qualsiasi cosa guardiamo, leggiamo o ascoltiamo nel corso della nostra giornata.
Che sia una trasmissione radio, un comizio pseudopolitico, una riunione di lavoro, un articolo di giornale o una banale trasmissione televisiva d’intrattenimento, le statistiche entrano ogni giorno a far parte della nostra vita quotidiana, banalizzandola infinitamente più di quanto la rendano chiara. Perché normalmente la statistica – nella sua utilizzazione comune e ormai quotidiana – non è nemmeno più messa al servizio della verità o della chiarezza, ma piegata alla mera edulcorazione della realtà. E questo proprio perché spesso non verificata, o nemmeno – all’estremo – verificabile. Almeno il 79% delle statistiche che quotidianamente passa sotto i nostri occhi o attraverso i nostri padiglioni auricolari, è assolutamente priva di fondamento e non verificabile.
E, certamente, nemmeno quest’ultima fa eccezione.