Massimo Volume al Circolo della Musica
Era inevitabile: l’enorme feeling che lega Torino e il gruppo di Emidio “Mimì” Clementi, riconosciuto dagli stessi durante la bella, a tratti spassosa, intervista condotta dal solito, ottimo, Maurizio Blatto dopo il concerto, ha prodotto l’immediato sold out della data rivolese del tour di presentazione de “Il Nuotatore”, il nuovo, splendido capitolo nell’ormai affermata serie di racconti in musica del gruppo bolognese, album che rappresenta l’ennesima uscita eccellente (non solo in campo nazionale) tra quelle che affollano questo inizio d’anno così prodigo di episodi di qualità. Il rock letterario e alternativo offerto dalla voce magnetica di Clementi, dal magnifico, instancabile ritmo delicatamente potente (perdonate l’ossimoro, ma non sapremmo come altrimenti definire quel sostanziale contributo) prodotto dalla batteria di Vittoria Burattini e dalla solita, generosa dose di interventi chitarristici, ora effettati, ora lisergici, sempre magnificamente rock, di Egle Sommacal, ormai stabilmente supportato dall’altra sei corde, preda delle mani sicure di Sara Ardizzoni, giovane e degna sostituta del dimissionario Stefano Pilia.
Litio rappresenta l’ouverture: luci dal fascio dritto, monocromatiche, i chitarristi ai lati, Vittoria a percuotere in seconda linea, sulla sinistra alle spalle di Mimì che, nell’ormai consueta mise composta da abito attillato e cappello a tesa larga, si staglia in controluce brandendo il suo basso e declamando il testo, proveniente da quel “Cattive Abitudini” che nel 2010 sanciva il loro ritorno alle scene. Ma c’è un nuovo disco da far ascoltare, un disco che si apre con Una Voce A Orlando e che i fan dimostrano di conoscere già a memoria: verrà eseguito interamente, aggiungendovi quel pizzico di pathos consentito dalla dimensione live e dimostrando che la bontà delle nuove composizioni va di pari passo con l’abilità dei musicisti nel creare un muro sonoro coeso, compatto, definitivo.
Un set quello dei Massimo Volume privo di sbavature e ricco di sfumature, sorretto dal pompare rotondo, ma all’occasione marziale, del basso di Clementi, sul quale poggiano le staffilate, o i semplici lick, di Egle e le sfumature aggiunte dalla voce di Sara, a colorire gli spazi tra i versi declamati dal leader. I musicisti manifestano una sicurezza nell’esecuzione tale da consentire loro alcune digressioni, regalando così spazio agli album precedenti, dai quali vengono proposte Le Nostre Ore Contate e Coney Island(ancora figlie del ritorno in pista targato 2010, la seconda delle quali inserita nei bis), Dymaxion Song, Silvia Camagni e Compound (le ultime due eseguite in sequenza), tutte appartenenti al penultimo “Aspettando I Barbari” (2013) che fornirà anche La Cena ai ben cinque brani proposti in quello che a tutti gli effetti si dimostra un “secondo tempo” dello spettacolo, nel quale trovano ospitalità anche Qualcosa Sulla Vita(stava in “Da Qui”, 1997), l’immancabile Il Primo Dio e la conclusiva Fuoco Fatuo (tratte dal loro secondo LP ufficiale, “Lungo I Bordi”, 1995). Dopo una simile, generosa performance e il siparietto nel quale si raccontano, accettando anche domande provenienti dal pubblico (nel quale non mancano di riconoscere gli adepti di più stretta osservanza, salutandoli con ampi gesti), sorprende piacevolmente la disponibilità manifestata al termine nell’incontro a tu per tu con i fan per le foto di rito, gli autografi o anche solo uno scambio di battute. Un’altra magica serata per i Massimo Volume in una città che li ama da sempre.