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Vie di Jazz, il festival che non ti aspetti

Giunge alla XIX edizione il festival Vie di Jazz, ideato e diretto dal Maestro Roberto Chiriaco: Boves, graziosa cittadina alle porte di Cuneo, vive tre giorni intensi, dedicati a tutto tondo al jazz.

Il programma non comprende solo musica, Ma prevede anche due conferenze: la prima, dal titolo “Some great days in Harlem”, racconta il significato di una delle più iconiche fotografie della storia del jazz, scattata nel 1958 a Harlem da un giovane Art Kane, che ritrae cinquantasette musicisti. Tra loro, diversi sconosciuti, ma anche vere leggende come Dizzy Gillespie, Charles Mingus e Thelonius Monk. La seconda conferenz, un poco più tecnica, illustra l’architettura della musica jazz e le sue contiguità con quella del blues, spiegando chiaro e tondo che l’improvvisazione è un vero e proprio linguaggio (e non consiste nel suonare “note a muzzo”).
Non mancano, poi, le mostre fotografiche: una curata dal Collettivo Fotografi Jazz Torino, del quale mi onoro di essere parte, con ritratti di musicisti attivi nel Torinese (alcuni dei quali presenti sui palchi del festival) e immagini “rubate” nei backstage di numerosi concerti; l’altra allestita da tre fotografi, tra i quali spicca Andrea Palmucci, autentico maestro del jazz in bianco e nero.
Ma il piatto forte della kermesse è, ovviamente, il jazz, che il Direttore Artistico distribuisce in modo perfetto lungo le tre giornate.

Apre venerdì 18 Olivia Trummer, giovane e talentuosa compositrice, pianista e cantante. Accompagnata da due grossi calibri del ritmo, che rispondono ai nomi di Rosario Bonaccorso (al contrabbasso) e Nicola Angelucci (alla batteria), la musicista tedesca propone al pubblico un jazz fruibile e raffinato, mai banale. L’amalgama del trio è perfetta; i suoni e le melodie sono accattivanti. I soli sono di scena di quando in quando, senza esibizionismi. Piazza dell’Olmo, già affollata sin dalle prime note, lo diventa sempre più durante il concerto: anche chi si trova a passare per una semplice passeggiata è conquistato dalla musica e si trattiene ad ascoltare. Al termine, gli applausi sono scroscianti e il bis è d’obbligo.

Photo-Gallery 1, Venerdì:

Olivia Trummer 18/08/2023 Boves, Piazza Dell'Olmo
Author: Stefano Barni
Copyright: All rights reserved

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Il programma di sabato prevede due concerti. La matinée porta sul palco dell’auditorium Borelli l’Alboran Trio, formazione standard per un jazz non convenzionale. La melodia è padrona, ma i suoni del piano, sapientemente preparato in tempo reale da Paolo Paliaga, sono, a tratti, un richiamo a sonorità altre (in parte elettroniche, in parte antiche), che donano al repertorio un andamento ondivago. Alla batteria, un fantasioso Ferdinando Faraò si cimenta anche ai fiati; Dino Contenti amalgama il tutto con il suo contrabbasso, sempre toccato con delicata eleganza.

Lo spettacolo serale è affidato ad un musicista di grande fama: Stefano Di Battista porta a Boves il suo progetto “Morricone Stories”, rilettura dell’opera dell’immenso Maestro scomparso da pochi anni. Chi si attende un concerto lento e melodico resta spiazzato. Gli arrangiamenti sono tesi, a tratti sfiorano il free. Di Battista lascia un certo spazio ai suoi musicisti, tutti napoletani: Andrea Rea, virtuoso al pianoforte; Daniele Sorrentino, dal contrabbasso morbido e pulsante; Luigi Del Prete, scoppiettante ai tamburi. La piazza è gremita fin dall’inizio e, nonostante siano stati raddoppiati i posti a sedere sull’onda del successo della serata precedente, molti sono gli spettatori in piedi, perfino sotto il portico laterale. Di Battista è un grande showman: coinvolge il pubblico con i suoi racconti e, durante il bis finale, scende nella piazza, si avvicina ai bambini e suona portandoli per mano e invitando le mamme a prendere in braccio i più piccoli, per i quali si esibisce in brevi e dolci melodie. Stupore generale, entusiasmo alle stelle, bagno di folla: un finale col botto, certo, ma le sorprese non sono finite.

Photo-Gallery 2, Sabato:

Alboran Trio 19/08/2023 Boves, Auditorium Borelli
Author: Stefano Barni
Copyright: All rights reserved
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Domenica 20, sul palco dell’auditorium Borelli sale il quartetto di Nino La Piana, valente pianista e arrangiatore. Lo spettacolo è dedicato a Luigi Tenco, la cui breve e drammatica storia è nota, così come lo sono le splendide e struggenti canzoni che ci ha lasciato in eredità. Misurarsi con i giganti richiede coraggio, che ai quattro non manca, e la prova è superata a pieni voti. Le note basse sono affidate al direttore artistico Roberto Chiriaco, una garanzia; i tamburi sono nelle abili mani di Giorgio Diaferia, valente medico e non meno valente musicista; infine, alle ance abbiamo Danilo Pala, sassofonista dallo stile parkeriano e frontman di notevole presenza. Gli arrangiamenti sono eleganti, l’esecuzione è ispirata; il concerto vola via in un istante.

Mentre ancora echeggiano le ultime note di “Vedrai, vedrai”, Piazza dell’Olmo va progressivamente affollandosi in attesa del concerto di chiusura, che vede sul palco la newyorkese Joyce Elaine Yuille accompagnata dal suo rodato trio italiano: il maestro Daneiele Gorgone al piano e i torinesi Marco Piccirillo al contrabbasso e Gaetano Fasano alla batteria. Tutti quanti eccellenti musicisti, fidati gregari quando occorre, ma anche leader di livello assoluto nei loro progetti personali. L’apertura è affidata al trio: ritmo e livello tecnico dello spettacolo volano subito alto. Tra gli applausi, fa il suo ingresso Joyce Yuille, che coinvolge il pubblico fingendo di non conoscere l’italiano, padroneggiato invece in modo fluente. L’intesa è immediata e il coinvolgimento diventa incanto non appena la musica riparte: Joyce passa con grande disinvoltura dal Jazz, al Soul, al Rhytm & Blues.


Con la sua voce può fare davvero tutto ciò che vuole ed è immensa nell’esaltare il feeling di ogni brano. Il concerto tocca il culmine con una stratosferica “Georgia On My Mind”: sussurrata, ruggita, pianta. Lei, sul palco, è visibilmente commossa; tra il pubblico più di qualcuno estrae dalla tasca il fazzoletto. L’entusiamo della folla carica i quattro, la cui performance è un crescendo inarrestabile. Il finale è una standing ovation, con tanto di selfie con piazza plaudente alle spalle. Al momento dello scatto, Daniele Gorgone esclama: “Ragazzi, questa è storica!”, cogliendo in pieno il senso del successo non solo della serata, ma di tutto il festival.
Attendiamo con impazienza l’edizione 2024, la ventesima.
Photo-Gallery 3, Domenica:

Nino La Piana Quartet 20/08/2023 Boves, Auditorium Borelli
Author: Stefano Barni
Copyright: All rights reserved

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Stefano Barni

Curo le foglie. Saranno forti, se riesco a ignorare che gli alberi son morti.