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The Brian Jonestown Massacre – Notte lisergica a Torino

T!LT – sPAZIO211 Open Air  – Torino 1o luglio 2023


Il caldo più appiccicoso dell’estate torinese registrato finora accoglie musicisti e spettatori per il penultimo appuntamento di T!LT, il festival ideato da sPAZIO211 che si svolge nello stesso Open Air che ospiterà il TOdays Festival a fine agosto.
Ad aprire per i Brian Jonestown Massacre spetta ai vicentini Mother Island e l’abbinamento con il gruppo di San Francisco non poteva essere scelta più felice: loro suonano un rock fortemente influenzato da reminiscenze psichedeliche e westcostiane dove la voce di Anita Formilian ha modo di stagliarsi con personalità sulle atmosfere acidamente surreali eseguite da una band in forma smagliante per tecnica e coesione.
I Mother Island hanno già pubblicato tre album e meritano di essere seguiti con molta attenzione. Un po’ troppo breve il loro set, sarà un piacere rivederli in azione sulla lunga distanza  appena si ripresenteranno a tiro.

Vestito di bianco, cappello ornato di piume alla Dylan altezza Rolling Thunder Revue (manca solo il trucco sul viso), capelli lunghi e occhiali scuri alla Neil Young, visto da dietro Anton Newcombe è la versione 3D dell’adesivo del vagabondo con la chitarra stilizzato che si vedeva sul posteriore dei van Wolkswagen parcheggiati fuori dal Fillmore negli anni ’70. Da noi lo si appiccicava sul portellone del pulmino Fiat 850 ma l’immaginario era (più o meno) il medesimo e dai finestrini aperti uscivano gli stessi profumi e gli stessi suoni: tromboni giganteschi, CSN&Y a palla e via verso un sole gigantesco al tramonto.
Sul palco di sPAZIO211 i Brian Jonstown Massacre si presentano in otto, quasi una comune.


Tra gli altri fanno parte della line-up attuale Ricky Maymi e Hákon Aðalsteinsson alle chitarre, Collin Hegna al basso e Uri Rennert alla batteria.
Ma non bisogna dimenticare Joel Gion, suonatore di tamburello a cui è riservata la posizione centrale del palcoscenico.
In una formazione che ha visto ruotare decine di musicisti Joel è considerato una pedina praticamente insostituibile, il vero metronomo del gruppo, il pistone inarrestabile. Fa il suo mestiere da anni, il suo è uno strumento da studiare approfonditamente se avete l’intenzione di girare il mondo accompagnando un gruppo rock. Da tenere presente quando deciderete di fondarne uno, in teoria dovrebbe essere leggermente più semplice rispetto a, che so, farsi le seghe con scale supersoniche sulla tastiera di una chitarra.
Qualche colpo ben assestato, possibilmente a tempo, e il futuro è nelle vostre mani!


L’attacco di Anemone, il loro superclassico posto giustamente in apertura – catapulta il pubblico in una dimensione piena di luci e colori sgargianti.
Le rifrazioni di quelle chitarre Vox, accordate in maniera certosina all’inizio di quasi tutti i brani, creeranno un turbinio di suoni per tutta la durata dello show. Un viaggio interstellare di un’ora e mezza per diciassette brani dal canovaccio leggermente monocorde che ha le sue accelerazioni con The Mother of All Fuckers e la cavalcata sull’arcobaleno dai mille colori di Do Rainbows Have Ends, entrambe dal lavoro più recente “The Future is Your Past”.
Il core del programma è riservato proprio ai brani estratti dagli ultimi due album che oggettivamente fanno la loro bella figura in una discografia sterminata. Dal passato meno recente non mancano però preziosi gioielli come Nightbird, Servo e una Neverthless accolta con un’ovazione.


Sailor è una virata verso uno stralunato folk-rock semi-acustico che fa da assist ad Abandon Ship.
I Plan 9 sono stati un gruppo che si era fatto notare per la presenza di ben nove (!) chitarre, per l’ultimo brano in programma i BJM si fermano a sei ma a contare il numero di corde, visto che ne usano molte a dodici, forse quel record può considerarsi eguagliato.
Abandon Ship è una fucilata dal grande groove lisergico sul quale si appoggiano stratificazioni infinite di chitarre,  tra stacchi e ipnotiche ripetizioni si estende per oltre dieci fantastici minuti e sfonda definitivamente il muro del suono lasciando una nuvola di condensa color porpora dietro di sé.
L’eco del suo BANG! risuona ancora adesso.

BJM - sPAZIO211 Open Air - 10/07/2023ia
Author: Roberto Remondino
Copyright: weloveradiorock.com

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Roberto Remondino

"Wishin' and hopin' and thinkin' and prayin' Plannin' and dreamin' each night of her charms That won't get you into her arms So if you're lookin' to find love you can share All you gotta do is hold her and kiss her and love her And show her that you care".