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La catarsi di Tamino: diario ‘leggero’ del suo concerto allo sPAZIO211

Tamino + Emma Nolde / Torino, sPAZIO211 5 luglio 2023


Cos’è la ‘leggerezza’? Intendo dire, cos’è per voi. Giacchè so che molti mi risponderebbero parafrasando le parole (falsamente, tocca dirlo, NDR) attribuite ad Italo Calvino, chiariamo subito una questione preminente: la leggerezza quasi mai è ‘semplicità’, e di certo mai è solo ed esclusivamente ‘vuoto’ di pensieri.
Giacché, come diceva la poetessa Emily Dickinson a proposito del “vuoto”

“Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato.
Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci.
Non si chiude un abisso con l’aria.”

Sdoganato pertanto l’assunto che il peso specifico di una condizione morale sia determinato da ciò che contiene – o non contiene – al proprio interno, la leggerezza per quanto mi riguarda è soprattutto catarsi, ovvero quello specifico e complesso movimento che, evitando di seppellire ancora più in fondo certe questioni dolorose e taglienti, riesuma i cocci delle nostre parti spezzate, con la perizia e la pazienza di un archeologo.


Ecco, la musica di Tamino sostanzialmente è proprio questo: un sapiente, delicatissimo lavoro di archeologia dell’animo, che riesuma pezzi di sentimenti e riunisce cocci di passionalità, portando alla luce un intero che, chiaramente, non potrà mai più essere davvero tale.

Forse questo assunto non era chiarissimo e tangibile a tutti i tantissimi presenti mercoledì sera al suo concerto presso lo sPAZIO211, secondo atto della rassegna estiva T!LT – Turin !s Louder Today: ma sono davvero convinto che ognuno dei convenuti aveva ben chiara in sé la percezione che ciò che stava avvenendo davanti ai propri occhi, un riempimento dei propri più intimi ‘vuoti’ – percolando dal ‘presente’ al ‘senziente’ attraverso padiglioni auricolari e timpani, in vibrazioni così intense da sconquassare ogni cellula di corpi e pensieri – con del materiale così denso e consustanziale a passioni e patimenti propri, da colmare ogni potenziale dolore, alleggerendolo.

Questo movimento da vuoto a pieno, da metaforico che era Tamino lo ha reso vivo e reale, portando con sé un gruppo di musicisti notevoli, perfetta sintesi di questo moto catartico. In un set di quattordici canzoni tratte dai suoi due album “Amir” (il primo, del 2019) e “Sahar“, uscito lo scorso anno, ha dimostrato che questi quattro anni non sono passati invano. La poesia è catarsi, è ispirazione, è necessità che travolge e trascina: è quasi un’onda di piena che raccoglie, trasporta, e abbandona la materia laddove prima c’era altro, o non c’era nulla.


Nel volto antico di questo talentuoso musicista e cantautore –  incrocio di pensieri, di musica, di razze e di bellezza remota – traspare un senso di alleggerimento ad ogni canzone, che diventa quieta e consapevole accettazione man mano che il concerto si avvicina al set finale: tra Habibi – canzone che riporta a galla il suo doloroso conflitto nel ritrovarsi solo a inseguire il sogno della musica, nascosto nel nome che da piccolo gli assegnava il padre (“amore mio” per l’appunto, ndr) – e gli ultimi due brani, eseguiti a grande e reiterata richiesta, Only our love e Smile, si percepisce una chiusa che è anche un lento, accalorato respiro.
E in quella voce, così calda, sensuale, fascinosa e tumultuosamente immota, ogni cosa – anche un terremoto di emozioni – acquisisce un posto pacato. Leggero, così come ironicamente leggera era apparsa la notevole Emma Nolde, italianissima artista di apertura del concerto, che non merita solo la menzione, qui, ma anche un occhio più attento alla sua capacità di esplorare la propria irrequietezza con una capacità che davvero molti altri artisti, ben più esperti e navigati di lei, non hanno ancora.


Con la sua innegabile abilità nel creare poesia musicale, Tamino è destinato a diventare un punto di riferimento nella musica contemporanea, portando la catarsi dell’anima – ne siamo certi – a un pubblico sempre più vasto. Noi saremo di certo qui, ancora una volta, ad attendere che i nostri vuoti trovino una piena, assorta, leggerezza.

Tamino + Emma Nolde / sPAZIO211 5 Luglio 23
Author: Roberto Remondino
Copyright: www.weloveradiorock.com

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Stefano Carsen

"Sentimentalmente legato al rock, nasco musicalmente e morirò solo dopo parecchi "encore". Dal prog rock all'alternative via grunge, ogni sfumatura è la mia".