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Rudy Ruzza, una bella persona.

Rudy Ruzza (11/09/1962 – 30/03/2023)

Una bella persona. Questo è stato il primo pensiero a passarmi per la mente appena ho appreso la notizia della scomparsa di Rudy Ruzza, bassista che dal 1988 si era perfettamente inserito nel sound degli Statuto, la formazione Mod torinese nella quale aveva sostituito nientepopodimenoche il Maestro Ezio Bosso. Quel suono a cavallo tra ska e northern soul era reso pimpante anche dal “groove” delle sue 4 corde. 

Sempre sorridente e gentile con tutti, la sua dipartita lascia un senso di smarrimento, anche in virtù della riservatezza con la quale la band e l’entourage hanno avvolto la malattia del loro amico, più che collega, verso l’ineluttabile epilogo.


Abbiamo chiesto ad Oscar Giammarinaro, cantante e leader degli Statuto, qualche considerazione che rivelasse il rapporto con Rudy nelle dinamiche della band.
Personalmente, ne serbo un recente ricordo fissato in un abbraccio, uno sguardo e un sorriso che ci eravamo scambiati da Rubber Soul, il negozio di dischi torinese sede dell’omonima etichetta, sorella di Onde Italiane che quel giorno, l’1 ottobre scorso, presentava la pubblicazione in vinile di una bella performance dal vivo della band, risalente al 1991, della quale proprio Rudy era particolarmente contento.

(WLRR) – “Un momento sicuramente difficile, Oskar. Raccontaci qualcosa di Rudy, visto da ‘dentro’ la band.
(O.G.) – “Rudy Ruzza è entrato a far parte degli Statuto nel 1989. Dopo Ezio Bosso avevamo bisogno di un bassista con intenzioni professionali e avevamo messo un’inserzione sul giornale: Rudy si presentò vestito con giubbotto di pelle e capelli lunghi. Lo provammo ugualmente e ci convinse pienamente come capacità musicali ma gli spiegammo che per suonare mod doveva tagliarsi i capelli e vestirsi in stile mod. Accettò e da allora mantenne sempre l’impegno,non solo esteticamente ma acquisendo conoscenza e competenza tecnica musicale in tutti i generi ascoltati (e quindi suonati) da noi Mods. La sua dedizione e senso di appartenenza agli Statuto è stata totale.

(WLRR) – “Qual è stata la causa di questo triste epilogo?
(O.G.) – “A novembre era stato operato per un tumore al colon e stava facendo un ciclo di chemioterapia che stava dando buoni risultati, infatti era riuscito a suonare i bis nel concerto del 28/1/23 in cui abbiamo registrato il disco live dei 40 anni. E proprio per il tour dei 40 anni si stava adoperando non solo musicalmente ma anche organizzativamente, collaborando con il nostro manager Francesco Venuto nella minuziosa ricerca di festival e situazioni estive dove poter suonare. Si sentiva bene, ma per essere sicuro di evitare che eventuali suoi problemi di salute potessero crearci problemi nel tour, aveva preallamrmato il nostro Ennio e suoi amici storici per eventuali sostituzioni. Ma si sentiva davvero in forma ed eravamo tranquilli e ottimisti. Purtroppo il cuore si è troppo affaticato e ci ha lasciati improvvisamente nella notte tra mercoledì 29 e giovedì 30, mentre dormiva. Proprio per lui, e perché lui avrebbe voluto così, gli Statuto non si fermeranno e per i 40 anni di attività faranno il tour e usciranno con il disco che contiene il suo ultimo concerto con noi. 

(WLRR) – “E a livello più personale, com’era il tuo rapporto con lui? 
(O.G.) – “Con Rudy ho costruito personalmente, negli anni, un eccellente rapporto umano e artistico. Oltre che negli Statuto, mi ha sempre e e regolarmente accompagnato in ogni mio progetto artistico, da gli oSKAr, a Gli Intoccabili, ai Piper Club, sino al mio più recente da solista nel quale mi supportava non solo suonando ma anche gestendo e organizzando tutta l’attività. Il rapporto era quotidiano e l’amicizia molto forte, era parte della famiglia.

Rudy Ruzza, una bella persona.



Massimo Perolini

Appassionato di musica, libri, cinema e Toro. Ex conduttore radiofonico per varie emittenti torinesi e manager di alcune band locali. Il suo motto l'ha preso da David Bowie: "I am the dj, I am what I play".