Calibro 35, “Blanca” e l’intervista.
Le sei puntate della fiction Rai “Blanca”, prodotta da Lux Vida per la regia di Jan Maria Michelini e Giacomo Martelli e tratte dai romanzi di Patrizia Rinaldi, hanno riscosso un notevole successo di pubblico.
Blanca (Maria Chiara Giannetta) è una ragazza diventata cieca per le conseguenze di un forte trauma subito all’età di 12 anni che viene assunta in Polizia come stagista per consulenze di décodage audio in quanto ha sviluppato un eccezionale senso dell’udito.
Uno degli aspetti vincenti della serie è stato quello di ambientarla in un mondo coloratissimo (lo sono Genova, gli interni e i costumi) in netto contrasto con quello in cui si muove la protagonista, buio e nero come la notte.
Affidare la colonna sonora ai Calibro 35 è stata l’altra carta vincente.
Già disponibile su tutte le piattaforme di streaming, il 18 febbraio la Records Kicks ne ha pubblicato la versione fisica in doppio vinile.
A sottolineare il momento di grande creatività del gruppo basti sapere che per realizzarla sono stati composti circa 150 brani e 28 di questi hanno trovato spazio nella versione in vinile, sei in più rispetto a quelli offerti in streaming.
I Calibro proseguono col cambio di rotta avvenuto col precedente “Momentum”, ovvero aggiornare al presente le intuizioni del passato, dando maggiormente spazio al formato canzone, modernizzando i suoni e attualizzando gli arrangiamenti.
La cura maniacale a cui un Tommaso Colliva sempre più calibrato ha sottoposto i brani spinge l’ascoltatore a ripetere gli ascolti e a ogni giro si svelano nuovi suoni, dettagli e sfumature di grande gusto e raffinatezza. Una vera esperienza uditiva.
Il gruppo sembra essersi aperto a ogni esperienza sonora possibile, dimostrando ancora una volta la grande versatilità.
Il suono Calibro 35 è sempre riconoscibile ma le influenze che arrivano da ogni direzione (ci sono sentori di musica etnica, hip-hop, funk, hard rock, elettronica analogica e digitale, neo-classica, d’avanguardia e trip-hop) permettono ai cinque musicisti di calarsi perfettamente nel presente.
Elisa Zoot appare in due brani. In I See Through You la sua voce richiama quella della danese Agnes Obel e il brano potrebbe arrivare da Moderat, come da Björk o dai Massive Attack, o tutti quanti assieme.
Ready Steady con le voci di MEI e Arya Delgado, scelta per i titoli di coda è un vero gioiello, un originale miscela di rap-noir-soul giocato su pianoforte e fiati, mentre gli archi le donano un’irresistibile impronta lounge: sembra Little Simz, ma sono i Calibro 35.
The World is Blind interpretata da Thane Rodriguez è una bellissima canzone soul con venature jazz / blues con la Daptone Records appena dietro l’angolo.
Un’altra bomba è Genova Chiama, il roboante metal-rap interpretato da Gorka trainato dalle chitarre di Martellotta e da una sezione ritmica Cavina / Rondanini raramente così cattiva.
La rilettura del classico soul di James Brown It’s a Man’s Man’s World è perfetta, mentre un altro classico potrebbe diventarlo The Hardest Day of My Life, il blues-soul-gospel interpretato da Tom Harper Newton posto a sigillo della scaletta del doppio vinile.
Afrobar, Danza dei Bottoni e Ricordi Drammatico Tensivo sono brani di caratura superiore.
Non mancano di certo gli hyper-funk per cui il gruppo è famoso, That Kind of Feeling, Villapizzone e i tre brani con “Funk” nel titolo (Cool, Spy – che sembra uscita dalla penna di Lesiman – e Super), trainanti come sempre.
Tra i brani strumentali, le atmosfere sospese di Fantasmi nel Palazzo, quelle più concrete di Colossei e Container e quelle più rarefatte di Negli Abissi descrivono bene i sentimenti di Blanca e sono di perfetto supporto alle immagini.
Il lato C, quello inedito per chi ascolta solamente in streaming, si apre con Atmosfera 6, una composizione che penso si possa attribuire al solo Gabrielli: una partitura per pianoforte classico, molto elegante, con sullo sfondo tastiere e qualche screziatura di clavicembalo.
Downfall, avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera nebbiosa e psichedelica.
Secoli di Ricordi è misteriosa, notturna e sperimentale: stridori di archi dissonanti, piccole percussioni che appaiono e scompaiono. Claustrofobia alla “Alien” qui, converrete.
Più di ottanta minuti e nemmeno uno da scartare, i Calibro 35 attraversano un momento di grande creatività che gli ha permesso di proporre in un colpo solo una delle colonne sonore più belle di sempre e il loro disco migliore.
Un autentico capolavoro.
L’INTERVISTA A LUCA CAVINA, BASSISTA DEI CALIBRO 35.
WLRR – Per la colonna sonora delle sei puntate di Blanca avete composto più di 150 brani. E’ una mole di lavoro gigantesca! 22 di questi sono apparsi nella versione disponibile per il download e sui canali di streaming, 28 in quella su vinile. Dei tanti che sono rimasti fuori cosa ci puoi dire? Sono stati completati oppure sono rimasti a livello di demo, outtakes e/o versioni alternate? Saranno mai disponibili in futuro?
LC – Conta che quando si tratta di 150 brani si intende fra questi anche versioni differenti di uno stesso pezzo, perchè per esempio una magari ha la batteria, una è senza, in una il tema è suonato con la chitarra mentre in un’altra viene eseguito col pianoforte, e via discorrendo. Declinando in varie modalità uno stesso brano si fa presto ad ottenere più di un centinaio di tracce.
Su disco abbiamo cercato quindi di inserire brani che avessero una loro autonomia anche indipendentemente dalla loro funzione di commento sonoro, ragion per cui altre cose più funzionali e strettamente legate alle immagini sono rimaste fuori. Oppure ad esempio in tracce come Indagini, abbiamo creato dei medley che contenessero differenti declinazioni di quello stesso brano, dandone uno svolgimento in formato song. Poi effettivamente, molto del materiale che abbiamo prodotto non è stato utilizzato nella serie, per cui ci faceva strano pubblicarlo senza che se ne trovasse traccia nelle puntate di Blanca. Vedremo eventualmente, se ci saranno altre stagioni della serie.
WLRR – “Decade”, l’album del 2018, rappresentò un po’ la summa di tutto ciò che avevate fatto fino a quel momento. Una vera pietra miliare e un punto fermo dal quale poi ripartire verso nuove esperienze. “Momentum” e la sua estensione (l’EP “Post Momentum”) hanno mostrato nuove e inedite sonorità. “Blanca” espande ulteriormente la tavolozza e anche i riferimenti sembrano arrivare da fonti infinite. Insomma, avete rotto gli argini e non avete più limiti!
LC – Diciamo che a partire da Decade abbiamo compiuto una sintesi tra l’elemento più spiccatamente archeologico, tributario e vintage, con uno più legato alla contemporaneità. E’ come se avessimo incorporato nel nostro DNA di musicisti certi clichè del passato, ma per comporre musiche dell’oggi.
WLRR – La serie TV ha avuto un grande successo di pubblico e “Ready Steady” la si sente spesso in radio. Credo che il vostro livello di popolarità si sia alzato parecchio, avete anche voi questa percezione?
LC – Non saprei dirti! Di certo oltre a chi già ci conosceva, ci sono molte persone che ci hanno scoperto proprio perchè in Blanca la musica ha avuto un ruolo di primo piano proprio per scelta registica, anzi credo sia stato uno degli elementi di forza che l’hanno caratterizzata rispetto ad altre serie Rai in prima serata, in cui magari le musiche sono utilizzate in maniera più accessoria.
WLRR – L’utilizzo sempre più diffuso che fate delle voci porta a immaginare un vostro album composto interamente da canzoni cantate. Avete mai pensato di farne uno così?
LC – Quando abbiamo potuto ci siamo sempre confrontati con la canzone, pur essendo un gruppo essenzialmente strumentale. In Blanca abbiamo utilizzato varie voci (Arya Delgado, MEI, Elisa Zoot, Tahnee Rodriguez, Tom Newton, Gorka, Marina Maximilian) attraversando vari generi, passando dall’hip hop al soul, sconfinando in momenti che hanno pure reminescenze trip hop e “bjorkiane”. Si può dire che Blanca sia stato un laboratorio per sperimentare nuove soluzioni per noi. Al momento non abbiamo in programma un disco interamente cantato, ma di certo ci piacerebbe realizzarne uno in futuro.
WLRR – Nel recente passato avete omaggiato Paolo Renosto / Lesiman con un magnifico album uscito per la 19’40” ed Ennio Morricone con alcuni, rari spettacoli dal vivo che avrebbero meritato una pubblicazione ufficiale. La curiosità di sapere se avete altri progetti del genere in cantiere è forte…
LC – Posso dirti che nonostante il “nuovo corso” di Calibro, non abbiamo abbandonato il nostro lato archeologico e l’intenzione di omaggiare maestri più e meno conosciuti delle colonne sonore e della library music. Potrebbero quindi esserci sorprese in futuro 🙂
WLRR – Negli ultimi anni la modalità di fruizione della musica in streaming ha modificato le abitudini degli ascoltatori. “Blanca” esce solamente in digitale e, per i feticisti, in versione limitata a 500 copie in doppio vinile (già esaurite in prenotazione). Anche le prossime ristampe dei vostri album usciranno solamente in vinile. Niente CD, proprio adesso che questo supporto sembra recuperare un’importante fetta di mercato?
LC – Guarda, ti confesso di non essere proprio un esperto del mercato dei supporti! Avendo però noi una folta fan base di appassionati del vinile, sicuramente ci viene più naturale stampare in quel formato. I servizi di streaming rendono la vita dura al cd, che in realtà per alcuni generi musicali trovo abbia pure una qualità sonora migliore del vinile, il quale però d’altra parte è un oggetto che si presta di più a diventare feticcio e a renderlo preferito come supporto per tanti ascoltatori. Ma non escludo un maggiore utilizzo del cd nel nostro futuro discografico.
WLRR – Ci sarà un tour per promuovere dal vivo il nuovo album? Per gli spettacoli dello scorso anno vi siete presentati con la classica formazione a cinque, ma data la complessità dei nuovi arrangiamenti state pensando a una formazione allargata ospitando cantanti e altri musicisti?
LC – Al momento non abbiamo pensato ad un tour dedicato specificatamente alle musiche di Blanca, ma sicuramente aggiungeremo alcuni brani della colonna sonora nelle scalette dei futuri concerti.