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Duelli, Amori e Spartiti nella Hollywood degli anni d’oro (Pt. 1)

Bentornati. Oggi parliamo del periodo d’oro di Hollywood, ed in particolare di tre personaggi che hanno fornito un contributo determinante alla storia della cinematica.

Andiamo in ordine sparso, ed iniziamo dall’icona delle icone: Erroll Flynn (al secolo Errol Leslie Thomson Flynn). Nato il 20 Giugno 1909 a Battery Point, un sobborgo di Hobart (Tasmania, Australia) da genitori di discendenza Irlandese, fin da giovane dimostra un notevole talento per la recitazione, oltre allo sprezzo per il pericolo che caratterizzerà tutte le sue future performance.
Il suo primo impegno cinematografico arrivò nel 1933, quando quasi per sbaglio gli venne affidato il ruolo di protagonista nel film del regista Australiano Charles ChauvelIn the wake of the Bounty” ispirato al famoso episodio dell’ammutinamento. Il film non ebbe alcun successo, ma il giovane Erroll capì che quella era la sua strada futura. Partì quindi per il Regno Unito, dove le opportunità per una carriera nella recitazione erano certamente più elevate che in Australia.
Stabilitosi a Northampton (dove un teatro ha oggi il suo nome), venne assunto dalla locale compagnia di recitazione, ed ebbe modo di esibirsi in alcuni festival del teatro, in Inghilterra e Scozia. Purtroppo il carattere scontroso lo portò a diversi litigi e tafferugli con lo staff della compagnia, e dopo alcuni mesi venne licenziato. Tornato a Londra, ottenne la parte di protagonista nel film “Murder in Monte Carlo” (film purtroppo andato perduto) di Irving Asher, con il quale aveva già lavorato come comparsa in alcuni film, prima di venire assunto a Northampton. Sebbene il film non riscosse molto successo, Asher rimase profondamente impressionato dalle doti artistiche di Flynn, al punto da scrivere alla Warner Bros a Hollywood una lettera di raccomandazione. Nel 1935 Erroll sbarca quindi a Los Angeles, con ottime credenziali, e una fidanzata incontrata sulla nave, Lil Damita, un’affermata attrice di Hollywood, che divenne poi sua moglie.
Appena giunto a Hollywood Erroll ottiene subito una piccola parte nel film “The case of the curious bride”, ma nulla di cui andare fieri: infatti la parte è quella di un… cadavere. La parte successiva, questa volta un vivente con molto più spazio per la recitazione, è nel film “Don’t bet on blondies”. I due film passarono quasi inosservati, ma il grande passo verso la celebrità era solo dietro l’angolo.
Il 12 Gennaio 1935 Erroll Flynn venne scritturato per un progetto che doveva diventare un caposaldo del cinema di avventura: “Captain Blood”. Diretto da uno dei più grandi registi di Hollywood, Michael Curtiz (“Casablanca”, giusto per citare uno dei suoi 166 film) e con un cast di eccezione: Olivia De Havilland (allora diciannovenne), Basil Rathbone e Lionel Atwill. Il film narra le avventure di un medico che diventa pirata nell’Inghilterra del 17mo secolo. La colonna sonora venne affidata a Eric Korngold, compositore e direttore d’orchestra, e enfant prodige (a 11 anni compose un balletto che venne diretto alla Vienna Court Opera da Gustav Mahler in persona), che a quel tempo iniziava ad affacciarsi alle musiche da film ad Hollywood; negli anni successivi andò a comporre le musiche per colossal quali “The adventures of Robin Hood” (1938), “King’s Row” (1942) e “Adventures of Don Juan” (1948).
In “Captain Blood” Flynn dà prova delle sue spiccate doti atletiche e sprezzo de pericolo, rifiutando la controfigura anche nelle scene più azzardate. Memorabile la lunga scena del duello alla spada con il pirata amico/nemico Levasseur, intepretato da Basil Rathbone; sia Rathbone che Flynn vennero addestrati da Ralph Faukner, il maestro di scherma per eccellenza di Hollywood, con una olimpiade alle spalle, e di fronte oltre 50 anni di carriera nell’addestramento degli attori di Hollywood nella nobile arte.
La via per la celebrità era spianata: il film ottenne un enorme successo di pubblico e di critica, la bravura e la spontaneità di Flynn furono al centro delle celebrazioni dei media, ed il film scalò in breve tempo le classifiche dell’epoca. A “Captain Blood” segue un’altra pellicola, oggi consacrata nel gotha dei film fondamentali di tutti i tempi: “The charge of the light brigade”, ancora di Michael Curtiz, e ancora al fianco di Olivia De Havilland; nel cast figurano anche Nigel Bruce (il simpatico Dottor Watson, spalla del Sherlock Holmes interpretato in numerosi film da Basil Rathbone) e un giovane David Niven, ma non certo alle prime armi: quando girò Brigade, aveva già alle spalle 13 film.
Ambientato durante la guerra di Crimea, il film narra le vicende di due fratelli innamorati della stessa donna, ufficiali dei Lancieri di stanza in India, per poi spostarsi nello scenario della battaglia di Balaclava (1854). La carica del 27mo corpo dei Lancieri nella battaglia di Balaclava e’ un fatto storico realmente accaduto (ovviamente pesantemente romanzato nel film). La colonna sonora venne affidata a Max Steiner, un affermato compositore di Broadway che si stava affacciando ad una nuova carriera ad Holllywood.
Brigade ebbe una notevole risposta di pubblico, ma non di critica, che bocciò la storia troppo labile e romanzata di un fatto storico altamente drammatico. C’è un aneddoto curioso relativo al film: Michael Curtiz (di origine Ungherese) non aveva la piena padronanza della lingua Inglese; quando la troupe iniziò a girare la scena saliente del film, quella in cui i Lancieri caricano le postazioni di artiglieria Russe,  Curtiz ordinò “Bring on the empty horses”, con l’intento di far rilasciare i cavalli senza cavaliere (rideless); l’intero staff iniziò a ridere, e David Niven utilizzo’ la frase per intitolare il suo famoso libro/biografia di Hollywood negli anni d’oro.


Dopo quattro film (minori) e un libro autobiografico sulla sua giovinezza in Australia, nel 1938 arriva un altro successo di notevole rilievo: “The adventures of Robin Hood”, con la ormai collaudata squadra composta da Michael Curtiz alla regia e Olivia De Havilland nel ruolo di protagonista femminile (Lady Marian); ancora una volta il “cattivo” di turno (Sir Gisbourne) viene interpretato da Basil Rathbone, ed ancora una volta i due hanno modo di dimostrare la loro bravura nella nobile arte della scherma. Da segnalare anche la presenza nel cast di Claude Rains, che 5 anni prima aveva interpretato “The invisible man”. La colonna sonora venne affidata nuovamente a Korngold.
“Robin Hood” è senza dubbio il film più popolare di Flynn; il successo di pubblico e di critica oltrepassò i confini di Hollywood, e venne celebrato in tutto il mondo. Al film vennero assegnate quattro nomination per gli Oscar, vincendone tre, tra i quali migliore colonna sonora. La scena del torneo, in cui Robin Hood spacca la freccia in due venne ripresa innumerevoli volte negli anni a venire, tra gli altri nel cartone di Walt Disney e in una puntata della serie televisiva di Discovery Channel,  “Mythbusters”.
A fine 1938 Eroll Flynn era uno degli attori più quotati e popolari di Hollywood, ma il rischio era di rimanere legato a ruoli di cappa e spada; la Warner gli affidò quindi un paio di ruoli da protagonista in film a tema diverso, prima nella commedia “Four’s a crowd”, che nonostante la collaudata presenza di Curtiz e De Havilland non riscosse alcun successo, e poi nel dramma “The Sisters”, di Anatol Litvak, con Bette Davis, che ottenne una risposta migliore del precedente.
Nello stesso anno Flynn torna a un ruolo di azione, altamente drammatico in “The dawn patrol”, di Edmund Goulding, con Basil Rathbone e David Niven. Il film è ambientato durante la seconda guerra mondiale, e narra le vicende di uno squadrone della RAF. L’anno successivo si riforma nuovamente la squadra Flynn, Curtiz, De havilland in “Dodge City“, e per la prima volta Eroll impugna una Colt, indossa uno Stetson e fornisce una ulteriore prova delle sue capacità acrobatiche girando scene di combattimento a cavallo senza ricorrere alla controfigura. Del cast fanno anche parte Ann Sheridan, cantante e ballerina di provata fama, e nella parte di Surrett il supercattivo Bruce Cabot, un veterano del genere, che apparve anche nel King Kong del 1933. Il film ebbe un ottimo successo, e una risposta positiva anche da parte della critica, che applaudì alla capacità di Flynn di uscire dal ruolo di eterno spadaccino.
Nel 1939 tornò a recitare con Bette Davis e Curtiz in “The Private Lives of Elizabeth and Essex” ambientato nell’Inghilterra Elisabettiana, e a seguire un altro Western “Virginia City” ancora una volta per la regia di Curtiz, e con un Humphrey Bogart insolitamente baffuto.


Humphrey Bogart in Virginia City

Un anno dopo, in piena seconda guerra mondiale, Flynn torna al ruolo che gli è più congeniale in “Sea Hawk” di Curtiz, in cui Flynn, al soldo di Elisabetta I, combatte l’Armada spagnola sui mari di mezzo mondo. La colonna sonora, ancora una volta affidata a Korngold, raggiunse una notevole popolarità, ed è riconosciuta dalla critica come uno dei lavori migliori del compositore Austriaco. A seguire Flynn torna al Western ed interpreta “Santa Fe trail” a fianco di Ronald Reagan e ovviamente Olivia De Havilland.
Nei due anni successivi Flynn gira alcuni film minori, e nel 1942 torna ancora una volta al western, ma questa volta con un regista nuovo, Raoul Walsh (ma con l’immancabile De Havilland) gira “They died with their boots on” che narra la vita (molto romanzata ovviamente) del generale Custer fino alla battaglia del Little Big Horn. Interessante notare che il ruolo di Crazy Horse venne affidato ad Anthony Quinn, non nuovo peraltro all’interpretazione di un indiano, avendo già alle spalle il ruolo di un Cheyenne in “The plainsman” di Cecile Demille (1936).
Dopo alcuni film minori, tra i quali “Desperate journey” ambientato durante la seconda guerra mondiale (ancora in corso), e nel quale Flynn interpreta per la prima volta un Australiano, ancora nel 1943 gira “Gentleman Jim” in cui interpreta il pugile Jim Corbett; per la parte a Flynn viene richiesto di partecipare a un intensissimo training di pugilato, alternato alle riprese del film, il che gli creò problemi sul set con mancamenti e contusioni varie. Il film fu un grande successo, sia di pubblico che di critica.
Dopo la guerra, ed altri film in tono minore, Flynn passò temporaneamente alla MGM per un solo film, per poi tornare alla Warner. Nel 1950 torna al successo di pubblico con “Kim” tratto dall’omonimo romanzo di Rudyard Kipling, ma due anni dopo contrae una grave forma di epatite che ne limita notevolmente le attività. Sentendo la carriera in pericolo, si sposta in Europa, dove gira “Crossed Swords” distribuito in Italia; sull’oda del discreto successo riscosso dal film proprio in Italia, decide di produrre “The story of William Tell”, ma ricorrenti problemi e ritardi nelle riprese ne decretano la cancellazione, rovinandolo finanziariamente, e costringendolo negli anni successivi ad accettare parti in film di svariato genere in Inghilterra, ad Hollywood e addirittura a Cuba.
Forte bevitore e fumatore, Erroll Flynn mori’ a Vancouver il 14 Ottobre 1959, a soli 50 anni di infarto cardiocircolatorio, risultato di uno stile di vita estremo, e come nei suoi film, sprezzante del pericolo.

Nella prossima puntata parliamo della sua compagna artistica di sempre, Olivia De Havilland.

Marco Quaranta

Marco Quaranta è nato a Torino, più di 20 e meno di 80 anni fa. 25 anni fa ha deciso che voleva vedere il mondo, e da allora ha vissuto dieci anni in Asia e quindici in Australia. Al momento vive a Melbourne. Marco é pazzo per la fantascienza, in tutte le sue forme. Gli piacciono anche il cinema, la musica e i giochi di ruolo.