Lucio per sempre
4 MARZO 2343
Papa papapà papa papapà forse non era un bell’uomo e di certo non veniva dal mare ma per festeggiare i 400 anni Bologna si è vestita di caldi colori. Alla SalaBorsa han messo sei Flippers ed han fatto un rinfresco, suonava la Old New Dixie Orleans Paff Bum Jazz Band.
“Int al mèż dal camén ed nòstra vétta a m truvò int un bòsc bûr ch’an s vgnêva fòra; parché là ai êra pêrs la strè ch’và drétta”, uno Sputo di poeta affacciato in via D’Azeglio sosteneva di dormire su un materasso di parole scritte che erano immortali ma poi l’ombra di un re e la voglia di un re, soltanto chi è re può contrastare un re. E se è una femmina si chiamerà Futura. Ciao Lucio.
[Luca Battaglia]
UNA TELEFONATA
Lucio, l’avrai ricevuta poi quella telefonata, dopo vent’anni, mentre te ne andavi sulla tua bici da corsa, gli occhiali da sole sul naso?
Non faccio fatica ad immaginarti, con l’aspetto che avevi quando cantavi “Attenti al lupo”, fermo sulla bici, un piede a terra, ad ascoltare la voce di qualcuno che avevi amato, ma che non sentivi da vent’anni, alle porte del Duemila.
Un uomo, una donna, che importa?
Quel che conta è l’amore, che c’è stato e forse resta; è lo stupore di ritrovare un’emozione data per persa.
Forse, dopo tanti anni, le risposte a certe domande le hai, o forse all’altro non importa più, conta solo ritrovare la suggestione di quegli anni giovani. Il sentimento liberato da ogni costrizione o sospeso: la tregua è nel ricordo.
Quanto può essere grande lo stupore nel ricevere una telefonata così, Lucio? Quanto può essere spiazzante ?
Vent’anni sono tanti, ma anche questi otto passati senza di te lo sono.
Ci manchi, Lucio: se puoi, telefonaci in qualche modo, dalle porte dell’universo.
[Loretta Briscione]