A Berlino che giorno è? (1 di 3)
29 Ottobre 2017
Ascoltiamo Let love in di Nick Cave mentre facciamo colazione.
Dalla finestra vediamo il tetto di Potsdamer Platz obliquo illuminato dal sole.
Ricordi il Cave decadente che canta The Carny in “il cielo sopra Berlino” ?
Siamo in un Plattenbau di ultima generazione costruito dal regime Ddr, arredato secondo i gusti borghesi Ikea addicted attuali.
I Plattenbau erano condomini costruiti mediante l’assemblaggio di unità abitative prefabbricate. Veloci da produrre per fronteggiare la domanda enorme di appartamenti per i quali il lavoratore della Ddr faceva domanda e dei quali restava in attesa di assegnazione per anni.
Ora questi appartamenti hanno un valore enorme ed assicurano un rientro economico altissimo per chi li possiede e li loca tramite Airbnb….Airplattenbau
And no-one saw the Carny go
No-one saw the Carny go
C’è bufera fuori. Il cielo plumbeo si muove rapidissimo regalando qualche squarcio di bianco e azzurro, i rami sono piegati con forza ai limiti del punto di rottura da un vento che qui non è novità se non nella forza fuori dall’ordinario.
Dormiamo in Hanna Arendt Strasse 6 a 50 metri dal raggelante Monumento all’Olocausto. Duemilasettecento lastre di cemento di diverse altezze poste a scacchiera, qualcosa che, come ha notato al primo colpo mio fratello , nella sua inerzia immane può ricordare il Cretto di Burri a Gibellina.
A 300 metri a sud Vossstrasse dove Hitler nel suo bunker finì i suoi giorni, dove Frau Goebbels nel delirio della caduta degli dei avvelenò i suoi cinque figli.
200 metri a nord la Porta di Brandeburgo. Ultima porta rimasta in piedi della originaria cinta di Berlino. Punto di separazione tra Est ed Ovest fino all’89, uscio di collegamento tra il salotto di Unter den Linden e il Tierpark. Luogo centrale nei primi anni 90 di una Germania che si ri-univa portando con se paradossalmente anche un rafforzamento dell’idea di Europa Unita.
Poco discosta la mole enorme del Reichstag con le sue file interminabili di turisti in fila per la visita al luogo il cui rogo diede il via all’incubo della notte dei cristalli. John Zorn nel 1993 seppe mettere quell’incubo in un disco come a nessun’altro è mai riuscito.
A 500 metri Potsdamer Platz il “luogo” per eccellenza nella Berlino vivace e viziosa degli anni venti raccontata da Isherwood in “Addio a Berlino, il “non luogo” per eccellenza raso al suolo e diventato terra di nessuno per 28 anni, il “luogo in fieri” con la maggior concentrazione di gru di tutto il mondo negli anni 90, il “luogo-non luogo” di oggi…vetrina con poca anima.
Il nostro complesso confina con l’Hotel Adlon l’albergo che ha visto personaggi che hanno fatto la storia passare per Berlino. Politici, Reali, Diplomatici, Scrittori, Attori, Registi.
Siamo qui dove era il cuore amministrativo della Berlino nazista, qui dove l’armata rossa e l’hitlerjugend si sono massacrati in una città al rogo, qui dove lo spettro di una Berlino quasi rasa al suolo ospitava le donne delle macerie, intente a recuperare con pazienza i frammenti della storia per poterli rendere disponibili alla ricostruzione, qui sulla borderline di due visioni del mondo che si sono affrontate a muso duro in una guerra gelida, qui dove berlinesi dell’est e dell’ovest sconosciuti, così vicini e così lontani, si sono scambiati abbracci come fossero fratelli il 9 novembre 1989 tra i brividi di emozione del mondo.
Un momento che stiamo dimenticando molto velocemente.
Siamo qui.
In nessun altro luogo la storia d’Europa è in grado di parlarti di più.
C’è ancora chi mi chiede: ma Berlino vale la pena?
Non fate domande sciocche.
Venite qui e sentitevi piccoli e frementi di fronte alla Storia.
In Berlin, by the wall
you were five foot ten inches tall
It was very nice
candlelight and Dubonnet on ice
We were in a small cafe
you could hear the guitars play
It was very nice
it was paradise
(prima di tre parti…)