DearMrFantasy

Laurie Anderson: O Superman

Non soddisfatto di averci scioccati con la scimmia, l’uomo in bianco ha altro in serbo per noi nottambuli del martedì sera. Qualcosa che davvero le radio non osavano trasmettere (in Italia perche’ in realtà John Peel lo trasmetteva eccome e il singolo entro’ al numero 1 in uk).
Un singolo che del singolo non aveva nulla.
La durata di 8 minuti rendeva audace ogni sua trasmissione, soprattutto per un programma che si fondava anche sui tempi rapidi canonizzati dai nuovi veicoli della musica: i videoclip e poi il suono, un “ah ah ah” in loop costante dall’inizio alla fine a fungere da marciapiede per una voce per lo piu’ recitata e filtrata dal vocoder (quel vocoder che conoscevamo grazie a The Robots dei Kraftwerk).
E poi c’era lei, pettinata come una che e’ appena uscita dal letto, americana ma con quel piglio arty molto stile Factory.
Lei che intratteneva una conversazione telefonica con un alterego ignoto e misterioso mentre giocava con le ombre cinesi. Un testo che parlava di aerei in avvicinamento e che poi’ si scopri’ avere a che fare con la crisi degli ostaggi americani in Iran (anno di grazia 1979).
Laurie, si Laurie Anderson futura coniuge Reed, non avrebbe forse mai immaginato che sarebbe entrata con O Superman nella case italiane cosi’ affamate di novità. Avvenne ancora, grazie a Mr Fantasy e a Carlo Massarini che a quell’ora potevano permettersi di scegliere di mandare in onda qualsiasi tipo di avanguardia sapendo di contare su occhi fedeli e su un orario che non era considerato interessante dagli investitori pubblicitari.
Entro’ come un virus, il virus del nuovo linguaggio che più avanti canto’ in un brano apposito (..language is a virus)
L’anno, che ve lo dico a fare, era il 1982.
O superman, you don’t know me
but i know you !

Ettore Craca

"Nel suono, nella pagina, nel viaggio, nell'amore io sono. In ogni altro luogo e tempo non sono".