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Un cielo stellato per Joe

Mauro Ermanno Giovanardi Sextet – Guarene, 5 agosto 2023.

Joe dei La Crus ama sperimentarsi, ha il dono di una voce che è vetro e seta contemporaneamente e pare davvero che il tempo lo migliori come uno dei vini che impasta la terra Langa che è tornata ad abbracciarlo a un anno dal sorprendente concerto insieme al bravissimo Filippo Cosentino. Al duo voce e chitarra, sulla piazza dell’Annunziata di Guarene, in questo 5 agosto si aggiungono anche gli archi di Lucia Pulzone (primo violino), Laura Luani (secondo violino), Margherita Valente (viola), Gaia Abaclat (violoncello) e la batteria di quel Daniele Bertone che insieme a Marc Copland è nei solchi di Ask, il disco più recente firmato da Cosentino.

“L’amico guardò la luna, e ci pensava. Mi pareva davvero di non averla mai vista così, ma insieme di averne in bocca il sapore, di salutare in lei qualcosa di antico, d’infantile”, per noi fortunati in platea le parole di Pavese sono la descrizione di uno stato d’animo altrimenti difficile da raccontare. Questo “Mauro Ermanno Giovanardi Sextet: le mie storie d’amore” non è un concerto, è un miracolo. Le note vanno giù per i crinali, si aggrappano alle ombre, si mescolano alle luci e rotolano via insieme al mistero di un silenzio secolare che la modernità non è ancora riuscito a portarci via.

Ad aprire la serata è un capolavoro di Tenco, quella Angela che nel 2006 aveva fatto parte di un altro recital molto particolare: quello del cantante insieme al pianoforte di Fabio Barovero dei Mau Mau nella cornice del Borgo Medievale di Torino. “Ricordare, ricordare è come un po’ morire”, canta questo ragazzo di 61 anni e la memoria fa strani effetti e cominci a pensare che pressapoco negli stessi giorni di quel duetto al Teatro Colosseo avrebbe dovuto esserci Sinéad O’Connor. Una delle tante date cancellate all’ultimo, la sostituì Laurie Anderson. 


Strade, le loro, che forse non si sono mai incontrate ma che in filigrana mostrano una sensibilità impetuosa, una ricerca interiore per la quale Giovanardi prende in prestito anche parole di altri. Questa sera c’è tanto Pasolini ma anche uno di quei mai dimenticati amici dei La Crus come Claudio Galluzzi: “Quando incontri la vita non sciuparla amandola troppo o girandoci intorno, staccane un pezzo alla volta carne da carne fino a trovarne il fondo. Quando incontri la vita stringila a pugno e respirala forte prima che agitata voli via”.

I La Crus li abbiamo lasciati tre anni fa, proprio alla vigilia della pandemia, al Teatro Magda Olivero di Saluzzo, li ritroveremo presto. Annuntio vobis: il nuovo disco arriverà, Joe spiega che toccherà a un produttore esterno fargli trovare l’equilibrio con Cesare Malfatti. Dopo arriverà un nuovo album solista e poi? “Dopo vado in pensione” sussurra una volta giù dal palco ma è davvero una cosa a cui non crede nessuno.

Un’altra voce eretica, quella di Giovanni Lindo Ferretti, è la scelta per il terzo brano, quella Annarella che concludeva la storia dei CCCP – Fedeli alla Linea (pare presto però toccherà aggiornare la voce su Wikipedia). L’arrangiamento con gli archi ci regala sfumature inaspettate, d’altra parte i capolavori non smettono mai di sorprendere.

Si torna ai La Crus con Nera Signora, poi il De André della Canzone dell’Amore Perduto: “colpa di Elisabetta Sgarbi e di quando mi ha fatto preparare un concerto per Fabrizio alla Milanesiana. Non avrei mai pensato di confrontarmi con un brano così famoso, da allora non l’ho più tolta dalle scalette”.

“E tu, e noi, e lei, fra noi, vorrei, non so, che lei, o no”. La picconata al moralismo di Patty Pravo ha 45 anni, porta la firma di Ivano Fossati e Oscar Prudente ed è diventata dei La Crus nell’album Crocevia. Lo stesso di Estate di Bruno Martino, questa sera preceduta dalla super hit Senza Far Rumore e dalla, finalmente, recuperata È Andata Via l’Estate. La cavalcata finale, in mezzo anche una breve intervista con Adriana Riccomagno, è per Un po’ d’Amore, Io Confesso (capolavoro assoluto che tornerà nei bis insieme alla Canzone dell’Amore Perduto) e l’immancabile Il Vino (questa volta cantata con sfumature più vicine a Piero Ciampi). 

“Tu parla, l’aria filtra i pensieri e ti guarda, sveste e sfiora la coltre di nebbia, sorridendo alla luna sui volti di carta”, la scaletta si chiude con Cosa Resterà l’omaggio a Pier Paolo Pasolini uscito in 7” per il centenario.  Due bis e un finale fuori programma, senza fiati e senza fiato per Via con Me di Paolo Conte. Tutto il pubblico è in piedi, dalla scalinata fino alla prima fila!

Mauro Ermanno Giovanardi sextet: le mie storie d’amore è una produzione originale Guarene Musica – Roero Music Fest e del Dragonfly Music Studio con arrangiamenti di Filippo Cosentino.