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The Melvins Live-Report – T!LT 11/07/2023

T!LT sPAZIO211, Torino 11 luglio 2023

 

La cosa più simpatica di una serata già di per sé fantasmagorica è stata la battuta riferita a King Buzzo sparata da un famigerato fotografo torinese specializzato oltreché in concerti anche in avifauna: “è stato come fotografare un nido di cicogne”.
Buttata lì alla fine di un concerto di un’ora e mezza dove i tre Melvins si sono presentati sul palco dell’arena estiva di sPAZIO211 sfidando le leggi della termodinamica, mi ha fatto davvero scassare.
Alle 21:30 spaccate di una delle serate torinesi più afose dell’anno, sulle note di Take on Me degli a-ha Roger “Buzzo” Osborne alias King Buzzo è arrivato con stivali modello carrarmato e una palandrana di velluto simile a quella esibita dal sommo sacerdote Thuggee Moja Ram in “Indiana Jones e il Tempio Maledetto”,  Steve McDonald, stivaletti rossi e basso rosso indossava una tuta integrale (rossa, giustamente) dalla struttura chimica simile al vinile scelta dal guardaroba per fronteggiare gli attacchi di stormi di zanzare in formato Stukas (nessuna colpa attribuibile agli organizzatori che hanno bonificato l’arena che però confina con con una grande area verde) attratte dal succulento pubblico presente in gran numero. L’unico allineato ai gradi di temperatura e a una percentuale di umidità simile a quella Megalaya (piovosità annuale 12.000 litri per metro quadrato) è apparso, insomma…t-shirt nera sopra a un’improbabile maglia rosa a maniche lunghe e guanti neri, lo storico batterista Dale Cover.
Prima di loro hanno suonato i Treehorn. Il terzetto è nato nella provincia cuneese nel 2011, è poco avvezzo ai tempi pari e nella quarantina di minuti a disposizione si è fatto apprezzare per l’ottima tecnica strumentale e il potente impatto live dei brani proposti perfettamente allineati al contesto della serata. I ragazzi sono da seguire con l’attenzione che meritano, il loro è stato un set molto coinvolgente e suonato senza sbavature: super-professionali.
Si diceva dell’entrata su “Take on Me”: è il metro con cui misurare l’approccio al palco del terzetto dello Stato di Washington. Nonostante siano considerati una band di fondamentale importanza nella costruzione di sentieri musicali che altri hanno poi trasformato in autostrade a quattro corsie, loro appaiono scanzonati, ironici e divertiti. Le pose volutamente esagerate del Sommo Buzzo e di Saetta McQueen sono quelle di chi sa prendersi non troppo sul serio, come confermano l’esecuzione tutta scatti e ripartenze di “I Want Hold Your Hand” dei Beatles e le lunghe quanto surreali divagazioni di chitarra e basso.
Da un repertorio vastissimo sono emersi molti loro superclassici come “Copache”, “A History Of Bad Man”, “Blood Witch”, “Honey Bucket” e “Night Goat”, affiancati a cose più recenti come testimoniano i due brani estratti da “Bad Moon Rising” uscito lo scorso anno. Anche se è inspiegabile che un brano come “Revolve” non abbia trovato spazio in scaletta, sui granitici riff della band il pubblico è andato discretamente fuori di testa, del sano pogo ha agitato il sottopalco e non sono mancati eroici accenni di crowdsurfing come era accaduto di recente durante l’esibizione dei Boris a Jazz Is Dead.
Un gruppo che deve il proprio nome proprio al brano che i Melvins offrono non a caso come chiusura di un concerto memorabile e molto, molto divertente.

la Photo-Gallery:

The Melvins - T!LT - sPAZIO211 11/07/2023
Author: Roberto Remondino
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Roberto Remondino

"Wishin' and hopin' and thinkin' and prayin' Plannin' and dreamin' each night of her charms That won't get you into her arms So if you're lookin' to find love you can share All you gotta do is hold her and kiss her and love her And show her that you care".