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HAMMER! Pt.2. I mille volti di Peter Cushing.

Benvenuti alla seconda parte dell’articolo dedicato alla Hammer Film Production. Qui trovate la prima parte dell’articolo, mentre in questa sezione parliamo di una delle icone della casa di produzione Inglese: Peter Cushing.
Peter Wilton Cushing nasce il 26 Maggio 1913 a Kenley, Surrey (Gran Bretagna), da una famiglia della classe media; due fattori influenzarono grandemente la sua scelta professionale: diversi attori teatrali tra I suoi parenti, tra I quali il nonno paterno Henry William, che recitò nella compagnia di Henry Irving, e una rappresentazione di Peter Pan a cui partecipò in giovane età.
Nonostante l’opportunità di frequentare le migliori Grammar Schools della regione, non ottenne mai risultati eccezionali negli studi, e solo grazie al supporto di suo fratello maggiore riusci’ a conseguire un diploma. Durante il periodo scolastico ebbe modo di praticare il Cricket e il Rugby, ma sopratutto di iniziare I primi passi nel campo artistico, allestendo spettacoli di marionette per parenti e amici. Il cinema, che in quel periodo stava guadagnando una crescente attenzione di pubblico in Gran Bretagna, divenne il suo interesse principale, con il suo idolo dichiarato in Tom Mix, un attore Americano molto popolare nel periodo del muto per le innumerevoli pellicole Western.


Dopo la scuola, sebbene l’inclinazione di Peter sia quella di intraprendere la carriera artistica, intenzione questa osteggiata dal padre, viene assunto da una società di architettura urbana che lavora per l’amministrazione pubblica locale, in qualita’ di disegnatore. L’impiego non dura molto, a causa della scarsa ambizione e della eccessiva nota fantastica nei suoi progetti.
In quel periodo, che lo stesso Cushing ricorda come una nota negativa della sua giovinezza, continua comunque a collaborare con la sua vecchia scuola, interpretando diverse rappresentazioni, e collaborando anche al loro allestimento. In segreto dal padre, partecipa ad alcune audizioni per piccole parti in compagnie teatrali locali, ma viene regolarmente scartato a causa della scarsa esperienza nel campo.
Dopo molti altri perseveranti tentativi, finalmente nel Marzo 1935 Peter ottiene una piccolissima parte nella rappresentazione teatrale di “Cornelius”; a questa ne segue una piu’ importante, con un coinvolgimento maggiore nella trama, in “The middle watch” nella cittadina di Worthing. Per restare vicino al mondo del teatro, lascia l’impiego di disegnatore e viene assunto dalla compagnia Southamton Rep, come Stage Manager assistant, e con l’opportunità di interpretare piccolo ruoli in diverse rappresentazioni della Compagnia.
Nel 1939, con alle spalle oltre un centinaio di parti in altrettante rappresentazioni, Cushing sente che la sua carriera non sta progredendo, e decide quindi di tentare una migliore fortuna ad Hollywood. Grazie al supporto del padre, che gli paga il biglietto, si imbarca quindi per la California. Qui, grazie ad un contatto incontrato in Inghilterra, ottiene un impiego presso la Columbia Pictures, e interpreta una piccola parte nel film “The man in the Iron Mask” di James Whale; le sequenze in cui appare vengono poi tagliate dalla versione finale, ma questo film puo’ venire considerato l’esordio ufficiale di Peter Cushing nel cinema.
La seconda apparizione in un film, sebbene molto breve e questa volta inclusa nella stesura finale, e’ nella pellicola di Hal Roach, “A chump at Oxford”  del 1940, con Stan Laurel e Oliver Hardy; nel film Cushing interpreta uno studente del college Inglese che con altri colleghi organizza un crudele scherzo a due matricole (interpretate ovviamente da Laurel e Hardy), scherzo che si ritorce contro di loro (il film e’ distribuito in Italia con il titolo di “Noi siamo le colonne”). A proposito di questo film, in una sua biografia Cushing ebbe a dichiarare “Fiero di aver lavorato con la piu’ grande coppia comica mai esistita”. Sempre nello stesso anno ottiene anche il ruolo di co-protagonista nel film “Vigil of the night” al fianco di Carol Lombard.
Dopo altre tre apparizioni in altrettante pellicole, l’ultima delle quali “They dare not love” ancora di James Whale, e nonostante un crescente interesse da parte dei registi e produttori per le caratteristiche e capacita’ recitative, Peter sente una forte mancanza dell’Inghilterra, e decide quindi di tornare in patria. Dopo una pausa di alcuni mesi a New York, dove ha modo di interpretare alcuni ruoli radiofonici e teatrali a Broadway,  nel 1942 rientra in Inghilterra, in piena seconda Guerra mondiale.
Nei due anni seguenti viene ingaggiato dall’Ente governativo che si occupa di tenere alto il morale delle truppe impegnate nei combattimenti, e partecipa ad alcune rappresentazioni presso gli ospedali militari; durante una di queste incontra Helen Beck, che in seguito diventa sua moglie.
Dopo la Guerra i coniugi Cushing attraversano un periodo difficile, con poche risorse economiche a disposizione, e le difficolta’ a trovare parti teatrali; Cushing si adatta a fare diversi mestieri, tra i quali disegnatore di moda. Nell’Ottobre 1946 partecipa ad una audizione per una parte in “Born Yesterday” prodotto da Laurence Olivier, che pero’ lo scarta a causa del forte accento Inglese; Olivier gli promette pero’ di tenerlo in considerazione, ed in effetti cosi’ fu: il debutto ufficiale di peter Cushing nel cinema Britannico avviene nella versione grande schermo di  “Hamlet” del 1947, prodotta da Olivier e che vede Peter nella parte di Osric. La pellicola, che vinse un Oscar per Miglior Film, costituisce anche una prima storica: per la prima volta Cushing recita con un attore emergente, e con il quale dovra’ formare nell’immediato futuro una solida coppia in decine di film: Christopher Lee.
La critica celebro’ la performance di Cushing nella pellicola, e lo stesso Olivier rimase impresssionato dalle sua capacita’ recitative, al punto che nell’anno successivo ingaggio’ lui e la moglie nella sua compagnia teatrale Old Vic, per un tour agli antipodi in Australia e Nuova Zelanda.
Purtroppo, al ritorno dalla tournee e nonostante il successo ottenuto, Peter si ritrova nuovamente senza una scrittura fissa, e con grosse difficoltà a trovare lavoro. Partecipa a numerose produzioni radiofoniche e teatrali, ma sempre di scarsa importanza. Nel 1950 decide quindi di rivolgersi alla televisione, che in quel periodo iniziava a godere di una crescente popolarità; questa si rivelo’ la mossa vincente, in quanto nei tre anni successivi, e grazie alla partecipazione a diverse serie di grande successo, diventa uno dei piu’ acclamati attori di drammi televisivi in Inghilterra. Tra le interpretazioni piu’ notabili ricordiamo quella in “Pride and prejudice” tratto dal libro di Jane Austen, in cui interpreta mr. Darcy, e poi ancora “Beau Brummell” e “Anastasia” per il quale vince anche il premio messo in palio dal Daily Mail per il miglior attore del 1954. Sempre nel 1954 gli viene affidato il ruolo di protagonista nel dramma televisivo “1984” tratto dal romanzo di George Orwell, e adattato da Nigel Kneale; la controversa sceneggiatura della serie provoco’ dure reazioni da parte del pubblico, e l’intervento del Governo che impose una seconda versione, che sostitui’ la prima, e che consacro’ definitivamente la stella di Cushing nel firmamento del piccolo schermo.
I due anni successivi vedono Cushing impegnato in oltre trenta produzioni televisive di vario genere, che gli valgono svariati premi e riconoscimenti; trova anche il tempo di partecipare ad alcune pellicole quali “The black knight” con Alan Ladd, e “The end of the affair” con Deborah Kerr; queste sporadiche partecipazioni tengono vivo il suo interesse per il grande schermo, che a suo stesso dire resta il suo interesse principale.
Nel 1956 arriva la grande svolta: Cushing incarica il suo agente di contattare la Hammer Films Production ed esprimere il suo interesse per la parte del Barone Victor Von Frankenstein nel nuovo progetto della casa produttrice “The curse of Frankenstein” molto liberamente tratto dall’opera di Mary Shelley. James Carreras, fondatore della Hammer, accetta immediatamente, dichiarando che Cushing era gia’ stato notato per alcuni suoi lavori televisivi molto simili allo stile che la Hammer stava sviluppando in quel periodo. (per ulteriori dettagli sulla storia della Hammer, potete fare riferimento alla prima parte di questo articolo).
Il film esce nel 1957, per la regia di Terence Fisher, ed ottiene un notevole successo; la critica e’ concorde nell’elogiare le performance di Cushing e Lee, perfettamente in linea con le atmosfere gotiche e spettrali della pellicola. “The curse of Frankenstein” e’ il primo di una lunga serie di ventidue film che Cushing girera’ per la Hammer negli anni a venire, la maggior parte con la regia di Terence Fisher e con l’amico Christopher Lee. In particolare la critica e’ particolarmente attenta a sottolineare la capacita’ di Cushing di trovarsi a suo agio in una storia diversa dal Frankenstein di Whale (1931), dove il vero fulcro del film era la creatura, mentre il film della Hammer e’ principalmente incentrato sul Barone stesso, e sulla sua totale mancanza di scrupoli per conseguire il suo folle progetto.

Nello stesso anno dell’uscita di “Curse of Frankenstein”, la Hammer inizia ad esplorare un altro progetto, legato ad un’altra icona della letteratura Horror: Dracula. A Cushing viene proposta la parte di Van Helsing, e a Lee quella del Conte. Cushing, con la sua notoria maniacale pignoleria nella preparazione dei personaggi da lui interpretati, studia il racconto originale e tutti i film fino ad allora disponibili, e ci regala una magistrale interpretazione, con sfaccettature dell’antagonista di Dracula fino ad allora mai considerate sul grande schermo. La memorabile scena finale, in cui Van Helsing da’ prova di doti atletiche saltando su un tavolo per aprire i pesanti tendaggi ed esporre il Vampiro alla mortifera luce del sole  e’ una interpretazione dello stesso Cushing, che riesce a catturare una essenza di Van Helsing fino ad allora relegata nel solo romanzo. La critica non accolse questa versione di Dracula con favore, ma ancora una volta la performance di Cushing venne comunque celebrata.
Nei venti anni successivi, la Hammer produsse ben cinque sequel con Frankenstein, e cinque con Dracula (contando anche l’ultimo “The Legend of the 7 Golden Vampires” in cui sebbene non appaia il Conte Dracula, Van Helsing/Cushing viaggia in Oriente per sgominare un culto di vampiri Cinesi).
Oltre ai due celebri ruoli di Van Helsing e Von Frankenstein, Cushing ha anche modo di interpretare altri rilevanti personaggi per svariate produzioni della Hammer, tra le quali e’ doveroso ricordare Sherlock Holmes in “The hound of the Baskervilles”, dove Cushing corona il sogno, a lungo agognato, di interpretare uno dei suoi personaggi letterari preferiti. Proprio questa performance, preparata a lungo con eccezionale cura dei dettagli, viene sovente citata negli anni a venire da Cushing come la sua favorita, e a suo dire, la piu’ riuscita.
Altre pellicole che vedono Cushing impegnato in produzioni Hammer sono “The abominable Snowman” del 1957 e per la regia di Val Guest, e il celebre remake della versione con Boris Karloff,  “The Mummy” del 1959.
Al di fuori del sodalizio con la Hammer, Cushing ebbe anche modo di girare altri film, di varia importanza, tra I quali ricordiamo “The naked edge” del 1961, con Deborah Kerr e Gary Cooper. Nel 1965 la casa produttrice AARU lo chiama per la trasposizione cinematografica di un personaggio molto popolare per la televisione: quello del Dottor Who, con due pellicole dirette da Gordon Flemyng: la prima intitolata “Dr. Who and the Daleks” e la seconda, dell’anno successivo “Daleks’ Invasion Earth 2150 A.D”; sebbene con un discostamento molto importante rispetto alla serie TV, in cui il Dottore e’ un extraterrestre (mentre nei due film e’ umano), Cushing da’ una ottima interpretazione, specialmente nel secondo film.
Per un’altra casa produttrice, concorrente della Hammer, la Amicus Productions, Cushing gira alcuni film che oscillano tra horror e fantascienza, tra I quali vanno ricordati “The Skull” del 1965, e “Island of terror” del 1966, dove fronteggia una pericolosa specie di esseri dalla provenienza ignota.
Nel 1969 torna alla televisione dove interpreta Re Artu’ nella serie televisiva comica “The Morecambe and Wise show”, ed un anno dopo torna a recitare con Christopher Lee nel film comico “One more time” (diretto da Jerry Lewis), dove I due interpretano I loro vecchi ruoli di Frankenstein e Dracula in un breve cameo.

Dopo svariate altre pellicole, principalmente Horror ma anche di altri generi, girate per varie case di produzione, nel 1975 George Lucas lo chiama per interpretare una parte in un nuovo progetto che stava prendendo forma: “Star Wars”. Esiste una controversa interpretazione del contatto tra Lucas e Cushing: secondo Lucas, soltanto il ruolo di Grand Moff Tarkin venne proposto, mentre invece secondo Cushing venne offerto dapprima il ruolo di Obi Wan Kenobi, ma in considerazione dei numerosi e contemporanei impegni cinematografici e televisivi, soltanto un ruolo con una minore richiesta di tempo poteva venire considerato. La storia la conosciamo tutti: Cushing interpreto’ magistralmente Tarkin, mentre Alec Guinness venne scelto per la parte del Cavaliere Jedi.
Nel 1978 John Carpenter contatta Cushing per proporgli il ruolo dello psichiatra Samuel Loomis in “Halloween”, ruolo che pero’ Cushing rifiuta (la parte venne poi anche rifiutata da Christopher Lee, per venire infine affidata a Donald Pleasance). Nel 1983 compare, insieme a Christopher Lee e Vincent Price, nella parodia Horror “House of the long shadow” diretto da Peter Walker, e nel 1984 compare nel film comico dei Fratelli ZuckerTop Secret!”, dove interpreta un bibliotecario legato alla resistenza.
L’11 Agosto 1994 Peter Cushing viene a mancare all’eta’ di 81 anni. L’elogio funebre venne tenuto da Christopher Lee, testimoniando una amicizia unica durata diversi decenni. Ci lascia in eredita’ piu’ di cento film e svariate interpretazioni televisive, ma sopratutto una professionalita’ unica nello studio e preparazione del personaggio da interpretare, non importa in quale genere di film sia inserito.
Nel 2016, per le riprese di “Star Wars Rogue One”, una immagine dinamica di Peter Cushing venne ricreata con l’ausilio di sofisticate  tecnologie di Computer Graphics, per far rivivere ancora una volta Grand Moff Tarkin nel preludio a “Star Wars a new hope”.

Marco Quaranta

Marco Quaranta è nato a Torino, più di 20 e meno di 80 anni fa. 25 anni fa ha deciso che voleva vedere il mondo, e da allora ha vissuto dieci anni in Asia e quindici in Australia. Al momento vive a Melbourne. Marco é pazzo per la fantascienza, in tutte le sue forme. Gli piacciono anche il cinema, la musica e i giochi di ruolo.