Live Reports

Negrita “La teatrale: reset celebration” @Teatro Colosseo

I Negrita hanno fatto irruzione nella mia vita quand’ero ancora una ragazzetta, con il loro primo singolo in assoluto, quel “Cambio” che era un grido di ribellione e una promessa, come accade in ogni generazione tra i ragazzi della provincia italica. Questi cinque toscanacci reclamavano a gran voce “un’altra possibilità”, e chi ero io per non dargliela? È stato amore al primo ascolto, e non ci siamo lasciati più, nonostante gli alti e bassi fatti di dischi e singoli che ami alla follia o che non ti convincono proprio, tipici di ogni lunga relazione musicale di vecchia data.
Tre anni dopo quel primo folgorante singolo, nel 1997 al Torino Adidas StreetBall, li ho visti per la prima volta esibirsi dal vivo, nel tour di uno dei miei dischi favoriti di sempre: “XXX”, il disco della popolarità. negrita
Un live in cui sono rimasta letteralmente stregata dall’energia sprigionata che erano in grado di sprigionare e, confesso, da quell’animale da palcoscenico che è sempre stato e resta tuttora Paolo “Pau” Bruni, inossidabile e inarrestabile frontman dell’allora quintetto.
Da allora, ho perso il conto di tutte le volte che sono andata a sentirli, spesso sottopalco, cantando a squarciagola i pezzi che si accumulavano negli anni. Ci sono andata pure nei tour dei dischi meno rock, quelli “contaminati da sonorità sud americane e latine in generale”, sonorità davvero molto distanti da me e dalle mie preferenze, ma “ehi, sono i Negrita! Il concerto sarà in ogni caso divertente” – mi dicevo, e via andare, senza mai essere smentita.
Ho sempre evitato solo una tipologia ben precisa di esibizioni dal vivo, non solo dei Negrita, ma in generale di tutti gli artisti rock che seguo: i set acustici.negrita
Io, coi set acustici, non ce la faccio. È proprio un limite mio: le canzoni non partono (e non proseguono) come dovrebbero, col tiro che dovrebbero avere, e io mi rattristo, quindi li evito a priori.
Questa volta, però, avevo una motivazione forte, perché questo tour si intitola “La Teatrale + Reset Celebration tour”, in onore del ventennale di quel disco, “Reset” appunto, che mi ha tenuta abbracciata stretta durante molte notti insonni di quel 1999 maledetto, uno degli anni più difficili della mia vita.
Quando Pau ha attaccato “Fragile”, l’8 febbraio 2020, al Teatro Colosseo di Torino, io ho pianto come una bambina, e queste sono emozioni che non ti si staccano più di dosso.
– del resto, per me, un concerto merita cinque stelle solo se piango almeno su un pezzo!
I Negrita, quindi, non solo mi accompagnano da una vita, dato che è più il tempo che ho vissuto con la loro musica come colonna sonora che quello trascorso senza, ma sono anche riusciti a farmi stipulare una tregua con i miei acerrimi nemici, gli unplugged, e non è assolutamente poco.negrita
Hanno portato in scena un arrangiamento semi-acustico davvero molto intenso, eseguito con maestria inappuntabile: un bell’aperitivo in attesa di un tour classicamente rock, che spero di potermi godere quest’estate!

[Le foto sono di Chiara Buonvino]

Loretta Briscione

Credo fermamente che non ci sia nulla che un bel live o una notte passata a ballare non possano curare, perché il rock e il metal sono la più efficace terapia, per le febbri dell’anima.