Il segreto di tre alchimisti. The Winstons – Off Topic, Torino 06 /12/2019
Sono quasi le 23 di un’umida serata tardo-autunnale quando i Winstons prendono posto sul palco torinese dell’Off Topic, locale multifunzionale adiacente al campus universitario di Lungo Dora Siena a Torino. Roberto Dell’Era / Rob Winston giacca gessata e sciarpa di piume bianche di struzzo accende l’ampli del suo basso, Lino Gitto aka Linnon Winston prima di piazzarsi dietro la sua batteria prenderà posto alle tastiere per eseguire una Around The Boat che in un attimo traghetta il pubblico nelle foschie di Canterbury. Le parti di batteria di questo gran pezzo di musica le esegue estemporaneamente Enro Winston, al secolo Enrico Gabrielli che in questo modo spazza via gli ultimi dubbi, ve ne fossero mai stati, sulle sue qualità di multi-strumentista. Un’altra dimostrazione: potrebbe non saper cantare, visto che nel suo progetto principale, i Calibro 35, la voce è raramente utilizzata: canterà, e anche bene sia le parti da solista che i cori a sostegno. Capelli lunghi, baffi e pizzo mefistofelico Gabrielli ricorda a prima vista il pirata Jack Sparrow, quando in realtà è la perfetta reincarnazione del Gary Oldman nel Dracula di F.F.Coppola. Un affascinante vampiro romantico, elegante e luciferino si aggirerà agevolmente tra i palazzi signorili come tra le grotte alchemiche sparse tra i chilometri di tunnel e cunicoli sotterranei della più esoterica delle città Italiane, Torino, sede della sua nuova residenza. Bello pensare che abbia scelto di vivere nel capoluogo piemontese proprio per i misteri che avvolgono la città, attratto dalla possibilità di esplorare territori dell’occulto in quello ritenuto uno dei vertici dei triangoli della magia bianca, con Praga e Lione, e di quella nera con San Francisco e Londra, pronto ad assimilare grosse quantità di quell’energia che scaturisce da questa combinazione. Abbiamo l’obbligo e il privilegio di dare un caloroso benvenuto all’illustre concittadino. Da quanto proposto in concerto e sentito attraverso i tre (davvero notevoli) dischi in studio di ascolti esoterici i Winstons non se ne sono affatto risparmiati. Il lavoro di ricerca svolto dal gruppo per l’approfondimento e l’assimilazione di un’intera stagione musicale, coincidente al periodo in cui il progressive espresse le migliori intuizioni è davvero rimarchevole e tiene a debita distanza il momento in cui il genere diventò mera ostentazione di tecnica musicale in cui idee originali e geniali perirono in un maelstrom magniloquente e pomposo. La sfida successiva è stata quella di proporre quelle sonorità in maniera credibile e originale senza risultare passatisti o peggio semplici imitatori di un genere impolverato e spesso osteggiato. Il successo di critica e il rispetto del pubblico a livello internazionale ha dato ragione al terzetto. Lo stesso vale per il loro live-act che non è una semplice riproposizione dal vivo di quanto inciso sugli album, ma l’esposizione appassionata e sincera di un vero amore musicale. Roberto Dell’Era, impegnato su più fronti insieme agli Afterhours e mille altre cose, mi confesserà che questo è il progetto in cui si diverte di più. C’è da credergli, la sua esibizione così come quella di un preciso e fantasioso Lino Gitto ai tamburi (e molto altro) è stata fantastica. Il più recente “Smith” è il disco che dal quale verranno proposti la maggior parte dei brani. I due singoli, Around The Boat e Ghost Town sono sparati subito in apertura di una scaletta poi composta dai fiati impetuosi in una Diproton che arriva dal primo album ma che poterebbe anche esistere tanto in uno dei Calibro 35 quanto in uno dei Matching Mole. Le dilatazioni spazio temporali di … On A Dark Cloud, lo psychedelico beat(les) sound di She’s My Face, una Not Dosh for Parking Lot sospesa tra Kinks e Graham Bond Organisation, l’oscurità di Nicotine Freak, la luce di Carpet Crawlers degli amati e odiati Genesis, infine. Riti antichi, ricette misteriose, metalli poveri trasmutati in oro e argento. Il segreto di tre alchimisti.