Live Reports

Mark Lanegan e la sua voce gutturale ipnotizzano il Fabrique

Novembre è quasi giunto al termine, ed oggi, al ventisettesimo giorno del mese detto San Paganino in compagnia di quattro Banana’s Girl dette Angels, si partirà alla volta della città della Madunina per il ritorno del crooner che vien dal profondo Ade con il benestare di Sisifo, Mark Lanegan.
Appuntamento alle 15:45 at home n° 2 ovvero il Blah Blah.
In panciolle sulla mia poltrona damascata preferita sorseggiando irish coffee arrivano alla spicciolata le mie compagne d’avventura.
La prima a varcare la soglia è Ilenia Gradinello, classe ed eleganza che da sempre la contraddistinguono illuminano il locale di gioia; dietro di lei Serena Doraemon dal pianeta Akkolares con l’irresistibile ciuffo dai riflessi blu che accentua il mio sorriso; infine, sinuosa, scattante come una pantera di ritorno da Katmandu Ilaria Galletti in compagnia di una bionda donna del mistero dal floreale nome e d’aspetto, Fiorella.
A squadra ultimata e con tutti i ruoli assegnati ci introduciamo come i cugini Duke dai finestrini nella Banana Car.
Lungo il percorso insidie climatiche di ogni tipo cercano di rallentare il percorso, pioggia, gelo, neve, vento e merluzzi in umido, ma, con il potere delle stelle come i mitologici Saints Seya arriviamo al Fabrique vittoriosi più che mai.
Parcheggio in testacoda a venti metri dall’entrata, ma, scortati dall’amore di un bodyguard collezionista di Fiat Panda che mi fa parcheggiare in zona vip davanti alla porta principale del locale, e, vista la copiosa pioggia ci fa sostare sotto una tettoia dandoci tartine al beluga in attesa che si possa entrare nel locale.
Le porte si aprono mentre finisco l’ultima deliziosa e succulenta tartina; come la testuggine spartana entriamo nel Fabrique e tatticamente conquistiamo l’amata prima fila, intanto come un ninja che fa le scale alle mie spalle si palesa Steve Kitkars che mi dà anche un bacino sulla basetta destra.
Scattano le 20:00 sul quadrante della meridiana di Atene e sul palco fan la loro comparsa The Membranes cinque inglesi direttamente da Blackpool; agli albionici il compito di aprire per il tenebroso Lanegan.
Il quintetto capitanato dal ciuffoso e muscoloso John Robb scalda gli animi ed i marmorei glutei, il loro post punk nervoso che ci tiene compagnia dal 1977 ci porta a saltellare, far claphandig ed agitarsi nervosamente, repertorio con cantato pastoso e schitarrate colme di fuzz, wah wah e mellifluo noise.
John Robb e la sua band creano davvero un hype incredibile, cuore, passione e sudore il loro mantra, l’incisivo set colpisce appieno e a fine live lo stesso Robb dalla transenna si occupa della vendita dei loro cd barcamenandosi tra soldi e sudore grondante.
Gli albionici si dileguano ed il palco viene apparecchiato per l’uomo dalla roca, profonda e gutturale voce.
Le luci si abbassano a mo’ di funerea funzione, quattro figuri compaiono sul palco intonando la prima melodia, nell’oscurità con un’incredibile lentezza arriva finalmente sul palco – dall’alto del suo metro ed ottantotto –  Mark Lanegan.Mark Lanegan
Al nostro basta poggiare le labbra sulla membrana del microfono per scatenare nel pubblico femminile la “standing ovulation” (citazione di Ilenia).
Mr Lanegan si appende letteralmente al microfono, mai toglierà la sua jacket jeans e farà solo una cinquantina di passi durante gli ottanta minuti di set compreso il bis.
La Lanegan band accompagna l’entità di Mark negli inferi, i quattro musici tessono la tela di ragno dove le grevi parole pronunciate dalle viscere di Lanegan ci vengono decantate a mo’ di messianico rito.
Noi siamo adoranti e seguiamo Mark ipnotici, i ringraziamenti tra un brano e l’altro son a labbra serrate quasi a non interrompere la liturgia; più passano i minuti e più si scruta solo l’ombra di Lanegan, la sua aura e voce sovrastano la sua vera presenza terrena, i brani che ci regala appartengono più all’odierno presente; il nuovo mood elettronico ammanta di glacialità già l’oscuro e mefistofelico repertorio aggiungendo l’ingrediente perfetto alla proposta musicale.
Il live set è perfetto, secco e preciso come quando lo vidi sedici anni fa.
Ad artisti come Lanegan non servono artifici, lui è un sopravvissuto ai suoi demoniaci inferni, che senza paura, anzi, esorcizzandoli nel canto che è la sua arte, condivide con la sua amata congrega che negli anni ha accolto nella sua comunità discepoli grati a quest’artista vero, sincero che smuove l’anima dal profondo delle viscere. Grazie davvero Signor Lanegan, da quando sei entrato nella mia vita ho capito ed imparato che la condivisione della propria oscurità con le persone amate può portare spiragli di luce inaspettata cicatrizzando ferite profonde.
A fine live un’infinita fila si ferma per il firmacopie da parte di un gioioso – a modo suo – Lanegan.
A noi non serve questa pratica, ci siamo arricchiti e siam più vicini ed empatici che mai.Mark Lanegan Band

Attendiamo la mezzanotte ed il ventotto corrente mese per festeggiare il genetliaco dell’Angel Ilaria.
Alle 00:00 è d’uopo rifocillarci con catene di taralli campani, croccanti ed oliosi annaffiati da litri di Falanghina ghiacciata.
Usiamo la Banana Car come banchetto con tovaglie da trattoria sulla capote, bicchieri da vino e carta igienica e salviette umidificate come tovaglioli.
A man a mano la gente va via dal locale insieme ai paninari mentre noi banchettiamo, e, al grido di “ma che ce frega ma che c’emporta” ed ubriachi fradici vediamo la festeggiata Ilaria iniziar l’indiavolata tarantella, a ruota la seguo con coppola dei Peaky Blinders, Steve, Serena, Fiorella ed Ilenia tengono il tempo con i tamburelli, arrivano alla festa Walter Chiari ed i suoi sillogismi grondanti vocaboli, intanto il Principe De Curtis suona la caccavella ed il clan De Filippo ci porta costumi teatrali, Jane Mansfield e Sylva Koscina ci deliziano sul trapezio mentre Memmo Carotenuto fa brillante vaudeville ed io prendo ricchi appunti.
Poi arriva Anna Maria Pierangeli bella come non mai, mi chiama da parte e mi porge un giacchetto rosso.
Non ci posso credere,  è quello di James Dean, mio mito da ragazzo! Indosso lo stupendo cimelio e butto all’aria i miei occhiali, lo sguardo si fa greve ed intrigante e comincio a recitare le battute di Rebel Without A Cause, lo spazio intorno a me cambia ed Annamaria mi dà un materno e caloroso bacio sulla fronte e si dilegua.
Ho bisogno di rimettere gli occhiali, emozionato e commosso ricordo che devo e dobbiamo ritornare nella Taurinorum, prendo le chiavi nella tasca dei pantaloni ma un profumato biglietto giallo con tracce di rossetto si infila nei miei anelli; lo apro e cominciando a leggere le righe scritte in elegante calligrafia lacrime di commozione solcano il mio volto, è un epitaffio che recita le seguenti parole: Caro…
Ma questa è un’altra ed incredibile storia ragazzi e ragazze.
Stay Tuned from more Rock n Roll.
To be Continued.

Daniele Rosa Cardinal

Banana : in azione sul dancefloor sotto la mirrorball,in prima fila nei live act,ovunque ci sia rock n roll vibrations e movida life girls i'm yours