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Big Yellow Taxi: Joni Mitchell (1970)

Se si pensa alle Hawaii dei primi anni settanta non le si immagina certamente assediate dalla cementificazione e dall’inquinamento. Eppure è proprio da una visione catturata alle Hawaii che prende lo spunto “Big Yellow Taxi” l’espressione in musica della decisa presa di posizione di Joni Mitchell sui temi ecologisti che riscaldano i cuori della comunità artistica californiana locata sulle colline a ridosso di Hollywood tra il Topanga ed il Laurel Canyon.
Joni, nativa canadese, all’inizio dei seventies è il fulcro della scena folk rock losangelina e dei relativi intrecci amorosi vissuti all’insegna della libertà più totale. Il suo terzo album “Ladies of the Canyon” prende il titolo dal Laurel Canyon la località immersa nella natura a due passi dal Sunset Strip in cui ha preso casa con Graham Nash (dopo aver lasciato David Crosby), la deliziosa piccola magione che ha ispirato la “Our House” presente in “Deja Vu” di C.S.N. & Y.
La Mitchell, come il suo connazionale Neil Young, mostra una sensibilità particolare al tema della difesa ambientale e in Ladies of the Canyon vi sono almeno due brani che toccano la questione: la celeberrima Woodstock e, in modo più diretto, Big Yellow Taxi che diventa in qualche modo il brano simbolo del movimento ecologista californiano.
“Quando andai alle Hawaii arrivai all’albergo la sera tardi e andai immediatamente a letto. Il giorno dopo, quando mi svegliai, guardai fuori dalla finestra ed era bellissimo, tutto era così verde e c’erano uccelli bianchi che svolazzavano, poi guardai giù e vidi un enorme parcheggio. Ecco quello che fanno gli americani. Prendono le parti più belle del continente e costruiscono alberghi e affiggono manifesti e tutto il resto e le rovinano completamente”. Sono queste le parole con cui Joni racconta la genesi del brano al giornalista Ray Coleman.
Il brano dura soltanto due minuti e 15 secondi ma è una denuncia molto diretta, priva di metafore a parte quella connessa al titolo, che ha la particolarità di suonare allegra, scherzosa, quasi cinguettante nei toni, con quei coretti e quella risatina conclusiva che fanno pensare a tutt’altro che a una solida presa di posizione.
Il testo però non le manda a dire, ne’ nei passaggi in cui denuncia la cementificazione forzata di intere aree, ne’ in quelli in cui attacca la progressiva “commercializzazione” della natura che viene rinchiusa in appositi musei o orti botanici, ne’ il quelle in cui si rivolge direttamente ai contadini pregandoli di rinunciare all’impiego del DDT nelle coltivazioni.
E il grande taxi giallo? E’ quello che arriva a portarsi via per sempre il proprio compagno in un addio che apre solo in quel momento gli occhi dell’abbandonato al valore di quello che aveva e che ha perduto, così come avverrà, secondo Joni, con la natura che rimpiangeremo soltanto quando l’avremo persa per sempre per nostra stessa mano.

They paved paradise
And put up a parking lot
With a pink hotel, a boutique
And a swinging hot spot

Don’t it always seem to go
That you don’t know what you’ve got til its gone
They paved paradise
And put up a parking lot

They took all the trees
And put ‘em in a tree museum
And they charged the people
A dollar and a half to seem ‘em

Hey farmer farmer
Put away the DDT
I don’t care about spots on my apples
Leave me the birds and the bees
Please!

Hey, now they paved paradise
To put up a parking lot
Why not?

Listenin’ late last night
I heard the screen door slam
And a big yellow taxi
Took my man away
Now, don’t it always seem to go
That you don’t know what you’ve got
Til its gone

GRANDE TAXI GIALLO

Hanno asfaltato il paradiso
e ci hanno costruito un parcheggio
con un hotel rosa, una boutique
e un night club

Sembra proprio che non sia
possibile sapere quanto si possiede
finché non lo perdiamo
Hanno asfaltato il paradiso
e ci hanno costruito un parcheggio

Hanno raccolto tutti gli alberi
e li hanno portati al Museo degli Alberi
E fanno pagare alla gente
un dollaro e mezzo per vederli

Sembra proprio che non sia
possibile sapere quanto si possiede
finché non lo perdiamo
Hanno asfaltato il paradiso
e ci hanno costruito un parcheggio

Hey contadino, contadino
metti via il DDT
dammi le macchioline sulle mele
e lasciamo gli uccelli e le api
Ti prego!

Sembra proprio che non sia
possibile sapere quanto si possiede
finché non lo perdiamo
Hanno asfaltato il paradiso
e ci hanno costruito un parcheggio

L’altra notte
ho sentito la porta sbattere
e un grande taxi giallo
sì è portato via il mio uomo

Sembra proprio che non sia
possibile sapere quanto si possiede
finché non lo perdiamo
Hanno asfaltato il paradiso
e ci hanno costruito un parcheggio

Hanno asfaltato il paradiso
e ci hanno costruito un parcheggio

Ettore Craca

"Nel suono, nella pagina, nel viaggio, nell'amore io sono. In ogni altro luogo e tempo non sono".