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Bruce Springsteen – Passaic ’78 – Bootleggers roll your tapes!

Tutti i mesi dagli archivi di Bruce Springsteen vengono rese disponibili per il download registrazioni di suoi famosi concerti, ripulite e rimasterizzate ad arte. In settembre per festeggiare i suoi 70 anni il Boss ha pensato bene di lasciare fare festa ai suoi fans e ha fatto loro un regalo davvero speciale, uno di quelli davvero apprezzati e inimmaginabili: la pubblicazione ufficiale scaricabile a un costo abbordabile dal suo sito della registrazione di uno dei suoi concerti più famosi ed apprezzati, quello della sera del 19 settembre del 1978 al Capitol Theatre di Passaic nel New Jersey.
Ricordo che a 15 anni incrociai la strada di Bruce Springsteen comprando in diretta “The River”, il doppio album non smise di occupare il mio scadente ma valoroso giradischi per molti giorni e molte notti. Non conoscevo ancora la sua discografia precedente, ma ci misi poco ad appassionarmi agli altri album. In poco tempo mi misi in casa tutta la discografia precedente e mi affezionai subito soprattutto a “Dakness on the Edge of Town” e  “Born to Run”, un po’ meno al secondo disco, che rivalutai qualche tempo dopo, e pochissimo al primo per colpa soprattutto della mia copia di stampa filippina dal suono veramente scadente. Non sapevo nulla di cosa succedesse durante i suoi spettacoli dal vivo, avevo letto alcune cose esaltanti, su Ciao2001 e il Mucchio Selvaggio venivano spesso definiti leggendari ma davvero non avevo idea di cosa di cosa potessi aspettarmi. Fu durante una gita scolastica che mi imbattei per la prima volta in una registrazione dal vivo di un concerto del Boss, ricordo che una mia compagna di classe ascoltava con un registratore portatile una cassetta di un concerto di Bruce e Boom!… No, scusate…: BOOOOM!!! Riconoscevo i brani ma li trovavo diversi, erano dilatati, c’erano delle improvvisazioni, le introduzioni parlate, in suono diverso dai dischi in studio a cui ero abituato. Rimasi spiazzato ed euforico, sull’etichetta delle TDK c’era scritto Winterland ’78. Andai alla ricerca della fonte di quelle registrazioni, mi misi sulle tracce di qualcosa che non sapevo nemmeno se esistesse. La mamma di un mio amico d’infanzia aveva un negozio di dischi (Negro e Carena, per gli amici di Torino di una certa età), era comodo perché ci arrivavo dopo poche fermate di bus. Le chiesi di quel Live ma mi rispose che non esisteva nessun disco dal vivo di Springsteen e che probabilmente su quelle cassette c’erano registrazioni amatoriali. Estesi il mio raggio di ricerca, arrivai da Reporter Records in via Pietro Micca che non esiste più da anni ma fu lì che comprai “The River” solo perché mi era simpatica la faccia del suo autore e in vetrina erano presenti più copie. Perché non chiedere a loro? Avevano un semi-interrato, scesi i gradini e…come per magia entrai nel favoloso mondo dei Bootleg, il mondo dei dischi pirata, quelli non ufficiali frutto di registrazioni amatoriali e stampati alla bell’e meglio. Mi dissero che il Winterland ’78 esisteva ma purtroppo non era disponibile, mi feci consigliare e comprai “Pièce de Résistance” perché arrivava da un’altra data della stessa tournee. Si presentava come un cofanetto rivestito di tela nera con incollata la stampa di una foto in bianco e nero del Boss e conteneva tre dischi in vinile. Arrivai a casa, misi il primo disco sull’ Akai AP100 e gli appoggiai la Pickering con lo spazzolino incorporato: un mondo intero si schiuse nelle mie orecchie. La registrazione era molto buona perché era frutto della registrazione del concerto che fu trasmesso in diretta dalla WNEW-FM, rimasi sbalordito e senza parole. Altri concerti di quel tour furono trasmessi sulle onde FM degli Stati Uniti, a quei tempi le dirette radiofoniche fruttarono maggiore visibilità a tutto il suo entourage, tanto che per un periodo Bruce stesso incoraggiava le registrazioni dei concerti al grido di “Bootleggers roll your tapes!” , per poi osteggiarne la diffusione quando il mercato dei dischi non ufficiali raggiunse proporzioni esagerate.
Nel 1981 non potevo sapere di avere in casa uno dei concerti più leggendari che il Boss avesse mai fatto. Per me è il suo migliore in assoluto ancora adesso. Ora quel concerto è disponibile per la gioia dei milioni di fans sparsi per il mondo e presenta un audio che mi permetto di definire travolgente: i nastri originali sono stati restaurati con il Plangent Process (lo stesso metodo a cui si deve la rimasterizzazione dei dischi in studio di Bruce di pochi anni fa e lo stesso usato per gli altri concerti disponibili in download su Brucespringsteen.net), rimasterizzati e remixati ad arte. Ho in casa molte versioni di quella serata (Great Dane, Crystal Cat le etichette che lo proposero nella migliore qualità audio) e finalmente posso tirarmele una volta per tutte nella schiena perché questa volta ho (abbiamo) disponibile la sua versione definitiva, quella che sbaraglia davvero tutte le altre. Quella che sta suonando in questo momento è la versione a 96Khz e 24Bit e mai avrei immaginato di poter ascoltare quel concerto in una veste sonora di qualità così alta. Bisogna fare davvero attenzione al volume perché la dinamica è così travolgente che le casse rischiano di esplodere. Molti lettori saranno d’accordo con me se dico che il tour di “Darkness” sia il miglior tour che Bruce Springsteen & The E Street Band abbia mai offerto al loro pubblico. Molti preferiscono quello che seguì all’uscita di “The River”, alcuni quello di “Born in the U.S.A.”. A me piace quello del ’78 perché le scalette non erano ancora infarcite con le (pregevoli, inutile che lo dica) canzoni veloci che caratterizzeranno “The River” e la tournee che ne seguì, mentre da quel doppio disco verranno anticipati in questo tour i brani più lenti e drammatici che non trovarono posto su “Darkness”. Il Tour di Darkness è Springsteen allo stato puro, è intriso di romanticismo e passione, si percepisce chiaramente l’impegno a suonare bene, divertire e divertirsi e stupire. Il suono degli E-Streeters è caldo, analogico e valvolare, i bassi sono avvolgenti e la batteria ha il suono che deve avere in un teatro e non in uno stadio. Niente sintetizzatori ma il suono vivo dell’organo e del pianoforte, il suono del glockenspiel e quello del sax. Tutta la E-Street Band è qui al suo zenit, alla massima espressione di tutto il suo potenziale: la coesione e l’affiatamento tra i componenti sono al massimo così come la spontaneità. Oltre al giusto grado di testosterone, suppongo. E anche Bruce stesso forse non ha mai più cantato così bene, la miscela di potenza ed espressività era perfetta. In “Passaic ‘78” sono contenute quelle che molti appassionati ritengono essere le versioni definitive di tante canzoni del Boss; la scaletta, ragionata come fosse composta da mini sceneggiature di film è davvero bellissima e rende l’ascolto fluido e appassionante. Sequenze di canzoni come Darkness On The Edge Of Town – Independence Day e The Promised Land esaltano i toni drammatici della serata, mentre quelli romantici sono attivati da una Meeting Across the River per pianoforte e voce che fa da trailer a una Jungleland che già da sola è una sceneggiatura cinematografica. Poi c’è il trittico della celebrazione della strada, una delle sequenze più emozionanti che si possano ascoltare in un album dal vivo: Prove it All NightRacing in the StreetThunder Road. Mezz’ora di musica dove non si fanno prigionieri, con la versione davvero immortale di Racing in the Street (lasciata inspiegabilmente fuori da “Live ’75-‘85”) con la sua meravigliosa coda strumentale che la fa scivolare in una Thunder Road immensa che chiude la sequenza iniziata da Prove it All Night. Questa canzone all’epoca aveva una lunga introduzione col pianoforte a cui si sovrapponevano note lunghe e lancinanti estirpate da una chitarra elettrica sguainata come una spada. Credo di non venire smentito se affermo che la versione più bella, quella assoluta e definitiva di questo fantastico brano arriva proprio da questa serata e che anche cercando tra mille altre registrazioni non ne troveremo una migliore. Lo dico perché l’ho cercata inutilmente per anni. Per la nostra gioia è adesso disponibile e raggiungibile con pochi clic del mouse.
Il concerto offre naturalmente altre vette altissime, il quarto d’ora di Kitty’s Back per esempio, divertente e tiratissima, come l’immancabile Rosalita e prima di arrivare al roboante finale tutto rock’n’roll e errebì affidato al Detroit Medleya Raise Your Hand c’è modo di ascoltare tante altre canzoni come una magnifica, e all’epoca inedita, Point Blank e la lunga versione di Backstreets che nel mezzo rallenta per fare spazio a una sezione quasi sussurrata che poi prenderà altri sviluppi e si trasformerà in Drive All Night.
Quanta bellezza c’era in quei solchi? Quanta sfrontatezza e quanta di quella naturale ingenuità se n’è andata perduta nel tempo? Quanto romanticismo abbiamo perso? Quanta innocenza? Sarebbe bello poterne recuperare almeno una parte, “Bruce Springsteen and the E-Street Band – Passaic ’78” ci viene un po’ in soccorso  regalandocene almeno l’illusione.
Premo Play. Si spengono le luci e la band fa il suo ingresso sul palcoscenico. Il 19 settembre del 1978 in quel piccolo teatro del New Jersey le poltrone e le assi del palco cominciavano a tremare. Qui, ora, dopo più di quarant’anni, lo fanno le pareti di casa e i miei polsi.

Occhio alle casse.

 

Roberto Remondino

"Wishin' and hopin' and thinkin' and prayin' Plannin' and dreamin' each night of her charms That won't get you into her arms So if you're lookin' to find love you can share All you gotta do is hold her and kiss her and love her And show her that you care".