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Addio a Carla Bley, iconica personalità del jazz moderno


Ci lascia Carla Bley, musicista jazz tra le più influenti e prolifiche dell’ultimo secolo.

Carla Bley, al secolo Lovella May Borg, nasce in California nel 1936 e inizia giovanissima la propria attività musicale. Compositrice, pianista e organista collabora, nella sua lunga carriera, con musicisti di fama mondiale attivi anche piuttosto lontano dall’area del jazz, come Jack Bruce e Linda Ronstadt; per non parlare di Nick Mason, batterista dei Pink Floyd, con il quale ha inciso un album all’inizio degli anni ’80 (“Nick Mason’s Fictitious Sports”).

Tra i jazzisti, le prime collaborazioni vedono nientemeno che Charlie Haden, Don Cherry e Gary Burton, nonché l’immenso pianista Paul Bley, che sposa e del quale mantiene il cognome dopo il divorzio.
La sua discografia, che ha all’attivo più di trenta album, tocca tutte le declinazioni del jazz, passando attraverso il free ed arrivando a estendersi addirittura all’opera jazz: merita ricordare, tra i tanti titoli fondamentali, “Escalator Over The Hill”, pubblicato nel 1971. Una vera e propria opera con tanto di libretto, originariamente uscita in triplo vinile, con l’ultimo solco della sesta facciata chiuso su se stesso, così da causare la riproduzione all’infinito delle ultime note.

Molti dei suoi lavori, tra i quali “The Very Big Carla Bley Band”, sono concepiti per la big band da lei stessa fondata; a partire dagli anni ’90 si intensifica la collaborazione col bassista Steve Swallow, suo compagno, un altro grande della scena jazz mondiale, che compare in quasi tutti gli album incisi negli ultimi trent’anni.

Ho avuto l’opportunità di ascoltare dal vivo Carla Bley nelle due edizioni del Torino Jazz Festival alle quali ha partecipato, nel 2012 e nel 2018: in entrambe le occasioni la sua musica fu accompagnata dalla furia cieca degli elementi. Nel 2012, il concerto -all’aperto, in Piazza castello- dovette essere interrotto nonostante il palco coperto; nel 2012 – al chiuso, nella Sala Fucine delle OGR – proseguì sino alla conclusione, ma lo scroscio della pioggia sul tetto arrivò a coprire i “pianissimo”.

Figura di riferimento per i musicisti di tutto il mondo, iconica nella sua immagine caratterizzata dalla “criniera” bionda che la rendeva immediatamente riconoscibile prima ancora che accostasse le dita ai tasti, la Bley si è arresa a 87 anni alla malattia, ma lascia in dono un’eredità artistica immensa e immortale.

Carla Bley, 11 maggio 1938 – 17 ottobre 2023

Le fotografie sono state scattate al concerto con la Torino Jazz Orchestra del 28 aprile 2018 alle OGR di Torino, in occasione del Torino Jazz Festival.

Stefano Barni

Curo le foglie. Saranno forti, se riesco a ignorare che gli alberi son morti.