Live Reports

London 69 – Performing “Abbey Road” @Circolo della Musica

11/11/2021, Circolo Della Musica, Rivoli, TO.

Come saranno stati i Beatles dal vivo? Non così tante le testimonianze dirette, giacché smisero di esibirsi in concerto proprio quando gli impianti audio cominciarono ad evolversi per consentire udibilità anche in grandi spazi. Ma le possibilità che oggi ci offre la tecnica, capace di isolare le voci e i singoli strumenti dal contesto affogato nelle urla delle/dei fan, ci hanno resi edotti circa la loro capacità strumentale e vocale: nonostante non sentissero se stessi, sappiamo che erano comunque intonati, azzeccavano i cori e raramente sbagliavano una nota.

Certo, il periodo fino al 1965 non li aveva ancora visti sperimentare in maniera così massiccia come accadrà dopo l’addio ai live e la conseguente concentrazione dell’attività in studio, sfruttandone le possibilità e i progressi tecnologici, allora all’ordine del giorno.
Questa premessa era d’obbligo, perché si fa presto a dire “facciamo cover dei Beatles“, ma bisogna capire dove si voglia andare a parare.
Mi spiego meglio: se si vuol farlo professionalmente, allora le strade sono due: copiarne stile, abbigliamento, movenze e replicare fedelmente i passaggi (e non è così facile come parrebbe a un esame superficiale), poiché di mito iconico si tratta, oppure ci si cala nel loro suono a tal punto da dare l’idea dei quattro in studio, alle prese con le registrazioni in diretta dei brani, ma aggiungendovi quel pizzico di personalità che solo dei navigati professionisti delle sette note possono permettersi, anche in virtù di un’autorevolezza data da una notorietà non comune.
Bene: se è di quest’ultima guisa che andate in cerca e volete passare una serata da sogno, eccovi servito lo spettacolo offerto dai London 69, compagine formata dal bassista Roberto Dellera e dal batterista Lino Gitto (entrambi rappresentanti la sezione ritmica di The Winstons, ma Roberto è notoriamente anche il bassista degli Afterhours), eccezionali musicisti ma anche formidabili cantanti, il favoloso tastierista Andrea “Fish” Pesce (Tiromancino, Riccardo Sinigallia), impegnato anche ai cori, le rifiniture chitarristiche cesellate da Roberto Angelini (carriera di spessore, oggi televisivamente noto quale leader della band di Propaganda Live, su La7), nell’occasione anche vocalist in alcuni brani, mentre l’altra chitarra, più in evidenza ed aggressiva, è affidata a Marco Carusino (I Cosi, Morgan, Mauro Ermanno Giovanardi, Cesare Malfatti), anche lui corista in più occasioni.

Lo spettacolo cui ho assistito è andato in scena grazie all’organizzazione del Circolo Della Musica di Rivoli (TO), da sempre foriero di appuntamenti interessanti per tutti gli appassionati.
Grazie al Circolo e all’attenzione che esso sempre ci riserva, weloveradiorock.com ha avuto il privilegio di presenziare alla serata in questione.
Si parte con: “Un paio di rock’n’roll per scaldare l’ambiente, come esordisce Dellera, solo in quartetto prima che Angelini prenda posto su un lato del palco, seduto, come rimarrà fino al termine dello show.
Da quel momento, parte l’esecuzione dell’intero “Abbey Road“, opera rischiosa da affrontare dal vivo, a meno di non essere musicisti “monstre” come quelli citati.
Non starò qui a ripercorrere la scaletta, arcinota, dell’album che più di tutti rappresenta la summa dell’opera dei Beatles. Quello che mi preme è esprimere le emozioni rappresentate da questa performance: nessuno, a parte i diretti interessati (leggi McCartney, ché Ringo è materia un po’ diversa), finora si era mai avvicinato a questi spartiti con un carico emozionale di questa portata. Il rispetto verso l’originale, verso ciò che ha rappresentato a livello culturale, l’essenza del suo essere veramente pop, nel senso di popolare ma anche in termini più strettamente musicali, tutto ciò filtrato attraverso le personalità degli esecutori, spesso rapiti dalla loro stessa esecuzione.
A impreziosire il tutto, giusto a metà del programma, la voce e la presenza di Rachele Bastreghi (Baustelle), che incanterà l’audience con una spettacolare versione di I Want You (She’s So Heavy), partecipando anche alla coda psichedelica con interventi di pianoforte: una presenza femminile in un contesto che improvvisamente appare perfetto per accoglierla.



Il momento di massimo pathos viene raggiunto con la stupefacente Because, semplicemente perfetta nell’amalgama di voci, prima che Rachele torni dietro il palco.
Gitto è spesso protagonista grazie a una voce davvero potente e a un drumming perfetto, non un tocco fuori posto; Angelini accarezza le corde con interventi misurati ma di grande sostanza, mentre la chitarra di Carusino sostiene le parti soliste con un’efficacia insolita, in contesti simili.
Anche le tastiere di “Fish” risultano determinanti per la riuscita della performance: un collante prezioso che tesse le trame sonore che tutti hanno mandato a memoria in anni (talvolta decenni: c’è gente di tutte le età, tra il pubblico) di reiterati ascolti.

Dellera, con una presenza scenica non comune, riesce ad unire lo stile e le movenze di un moderno Rick Danko a un volto che spesso assume espressioni e fattezze di Robbie Robertson, tanto che a un certo punto mi pare di assistere a un “The Band plays Abbey Road“: ne ridereremo assieme dopo lo show, quando i musicisti si dimostreranno disponibilissimi coi fan e con i vecchi amici (tra il pubblico c’era anche Enrico Gabrielli dei Calibro 35, nonché altro componente dei Winstons).
Dopo Her Majesty, qualche minuto di pausa, c’è ancora spazio per una accorata Blackbird e la Hey, Bulldog che non ti aspetti: insomma, scelte non banali.
Se amate i Beatles, se amate la musica ben suonata e capace di risultare appassionante, allora l’unico consiglio che posso darvi è quello di non perdervi l’occasione di assistere a questo evento, appena ne abbiate la possibilità. E grazie, Circolo Della Musica: continuate così.

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Massimo Perolini

Appassionato di musica, libri, cinema e Toro. Ex conduttore radiofonico per varie emittenti torinesi e manager di alcune band locali. Il suo motto l'ha preso da David Bowie: "I am the dj, I am what I play".